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Shock all’ Università, tesi di Laurea cestinate nei corridoi

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Shock all’ Università, tesi di Laurea cestinate nei corridoi

Come ogni ufficio o ente, anche l’Università deve smaltire i suoi rifiuti. Ma tali si possono definire le Tesi di Laurea degli studenti? A quanto pare è capitato proprio nel nostro Ateneo.

Infatti alcune  Tesi di una seduta di Laurea tenutasi venerdì scorso, sarebbero state “avvistate”  lunedì mattina, in un comune cestino della carta, presente in un corridoio del dipartimento della Facoltà di Economia. Leggenda o verità? A giudicare dalla fotografia sembrerebbe di no. Infatti è proprio grazie ad essa che una studentessa neolaureata ha riconosciuto la propria Tesi  gettata nel cestino ed  in seguito si è recata all’Università per recuperare il suo lavoro.

Ma, sorpresa, tutte le tesi erano sparite. La povera studentessa avrebbe chiesto informazioni agli addetti che però non avevano ancora provveduto a svuotare i cestini, per cui il sospetto è che qualcuno si sia potuto impossessare delle tesi, approfittando di questa incresciosa situazione.

Non solo quest’episodio rappresenta una vera e propria violazione della privacy nei confronti degli alunni e del loro lavoro, nonché dei tanti dati riservati, utilizzati come studio e analisi delle tesi di Laurea svolte, ma se fossero gli stessi docenti a disfarsi in questo modo delle tesi?

Sarebbe oltretutto uno spreco di soldi, questione manifestata dalla stessa ragazza alla Preside di facoltà e soprattutto condivisibile da tanti studenti. Le procedure prevedono che, oltre alla copia sfascicolata da consegnare in segreteria ed al cd contenente lo stesso lavoro, una copia sia destinata anche al professore e al correlatore del laureando, non considerando che quella già in possesso dello studente potrebbe essere comodamente visionata dalla commissione. Ma a cosa serve stampare una copia in più se questa rischia di essere gettata via dopo appena tre giorni? È possibile liquidare così i preziosi documenti che gli alunni redigono con tanta fatica e tanto impegno? Ed ancora, è possibile ridurre questi sprechi?

 

A cura di: Luca De Filippo e Michelangelo Quaranta