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Stalking a Salerno, ieri il seminario promosso dall’Osservatorio Nazionale sullo Stalking

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Stalking a Salerno, ieri il seminario promosso dall’Osservatorio Nazionale sullo Stalking

Stalking, al bando la cattiva informazione. Oggi le indagini sono molto più rapide e le sanzioni più severe, Roberto Penna: “Fare lo stalker a Salerno non conviene”

Stalking e violenza. Si è svolto ieri pomeriggio, nell’Aula Consiliare della Provincia, il seminario “I delitti familiari: violenza, stalking, omicidi, suicidi. Quale prevenzione?”. Durante l’incontro, alcuni esperti relatori hanno fotografato la situazione reale dei reati di maltrattamento e persecuzione all’interno della Provincia di Salerno.

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Il seminario, organizzato dall’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia con l’Osservatorio Nazionale sullo Stalking e il Centro Presunti Autori e Presunte Vittime di violenza e stalking, ha coinvolto l’assessore alle Politiche Sociali Amilcare Mancusi, il sostituto procuratore del Tribunale Roberto Penna, gli psicologi Massimo Lattanzi e Tiziana Calzone con i responsabili dello Sportello Antistalking di Salerno, gli avvocati Luca Monaco e Antonella Mastrolia.

Secondo l’assessore Mancusi, “le donne, in genere, sono più reticenti degli uomini nello sporgere denuncia perché non si sentono tutelate; occorre quindi combattere la cattiva informazione”. Roberto Penna, sostituto procuratore, precisa poi che “lo stalking – letteralmente l’atto di fare la posta alla preda non è un reato di genere (come presuppone il concetto di ‘femminicidio’) ma, ultimamente, annovera tra gli autori di reato anche molte donne nei confronti di altre donne o uomini”.

Negli ultimi 4 anni di lavoro – prosegue – su oltre 3000 denunce pervenute al Tribunale, solo 133 sono riconducibili a fenomeni di maltrattamento. È ora, quindi, che la stampa smetta di enfatizzare episodi che generano un processo emulativo e ridimensioni il fenomeno, evidenziando invece i nostri successi”.

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Infatti, con le nuove regole introdotte dalla ‘foga normativa’ del Parlamento, fare lo stalker è diventato poco conveniente: si rischiano 5 anni di reclusione, mentre per sporgere denuncia è sufficiente un unico episodio di molestia ed è possibile avanzare richiesta di custodia cautelare in carcere entro 90 giorni dalla cognizione del fatto, come predisposto in base alla Legge n. 119 del 2013. Ma le donne sembrano aver guadagnato una sostanziosa fetta di denunce sia per azioni di stalking che per i casi di omicidio.

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“Il concetto di persona offesa è stato esteso a qualunque convivente, compagno, marito, fidanzato e lo stesso vale anche per le donne” spiega Penna. Sono stati inoltre arginati gli interventi troppo azzardati da parte delle Questure: “Prima, se si provava a molestare la vittima dopo l’ammonimento del questore scattava il reato d’ufficio. Oggi, il presunto stalker ha il diritto di avanzare documenti difensivi prima di ricevere l’ammonimento, garantendo una condizione di equilibrio e parità, ma le indagini avvengono molto più rapidamente, nel giro di un mese, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali”.