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Piazza della Libertà, De Luca rischia processo

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Piazza della Libertà, De Luca rischia processo

Chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco Vincenzo De Luca, per la variante sul progetto della Piazza della Libertà. Coinvolti anche assessori comunali

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È di ieri la notizia sul rinvio a giudizio per il Governatore della Campania Vincenzo De Luca, coinvolto insieme ad alcuni assessori comunali nella variante milionaria del progetto della Piazza della Libertà.

Scampato al processo per il termovalorizzatore e alla Legge Severino, l’ex Sindaco di Salerno sarà probabilmente coinvolto in un nuovo processo giudiziario.

A deciderlo, i pm Antonio Cantarella e Guglielmo Valenti i quali avrebbero presentato al gup la richiesta di fissazione dell’udienza preliminare.

L’accusa è di falso per l’approvazione della variante del progetto di Piazza della Libertà. Nell’indagine sarebbero coinvolti l’ex governatore all’epoca Sindaco, insieme a ventisei tra tecnici, politici e imprenditori.

Il polverone è stato sollevato in seguito alle intercettazioni telefoniche che avrebbero svelato gare d’appalto truccate, varianti milionarie ingiustificate e prezzi gonfiati.

Nodo della vicenda, è dunque la variante di otto milioni di euro in favore della Esa costruzioni, giustificata dalla presenza di una improvvisa falda acquifera.

Secondo gli inquirenti in realtà gli otto milioni sarebbero serviti a riparare danni causati da un’errata fase progettuale.

L’Esa costruzioni all’epoca era la ditta incaricata della realizzazione del progetto, al cui vertice vi era Enrico Esposito, consigliere comunale di Nocera e sentito dalla Dda di Salerno in merito all’inchiesta sul tesseramento Pd.

Le intercettazioni telefoniche infatti rivelano un intricato sistema di macchinazioni sia in campo imprenditoriale che politico: Esposito sarebbe in qualche modo coinvolto nei brogli delle “parlamentarie” del Pd, quelle che avrebbero poi favorito l’ex deputato Fulvio Bonavitacola, oggi vice di De Luca a Santa Lucia.

Insomma, l’indagine avviata avrebbe svelato una intricata trama di corruzioni, di cui a farne le spese sono i contribuenti.

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