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L’Università va in… fumo

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L’Università va in… fumo

Con le belle giornate la cappa di fumo, che avvolge i corridoi e gli spazi comuni interni dell’Università di Salerno, si dirada. Si torna a respirare. E questo non per una chiara volontà da parte degli uffici preposti di applicare la legge, ma perché le belle giornate spingono i fumatori all’aria aperta. L’Ateneo, infatti, dopo aver collocato i cartelli con l’indicazione “Divieto di fumare” non si preoccupa di vigilare sul rispetto della legge n. 3 del 6 gennaio 2003. E dire che il fumo da tabacco contiene più di 4000 sostanze chimiche, alcune delle quali dotate di marcate proprietà irritanti ed altre, circa 60, che sono sostanze sospettate o riconosciute cancerogene, cioè sostanze che causano il cancro. Secondo la Commissione Tecnico Scientifica istituita dal Ministero della Salute sull’inquinamento dell’aria nei locali chiusi (cosiddetto inquinamento indoor), il fumo passivo è la principale fonte di inquinamento dell’aria negli ambienti confinati. Questa conclusione è stata fatta propria dal Ministero della Salute e dalle Regioni Italiane nell’accordo sulle Linee Guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati.

Ma l’ateneo salernitano pare vivere in un altro mondo. Così come vivono fuori dal mondo tanti dipendenti che, fregandosi di tutto e di tutti, fumano nei propri uffici. «Una continua e reiterata violazione della normativa vigente in materia di fumo passivo» che Vincenzo Raimondo Greco, dipendete universitario, ha voluto segnalare in una nota, inviata lo scorso 21 febbraio, al direttore amministrativo, al rettore, ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e alle organizzazioni sindacali di Ateneo. Nella comunicazione Greco chiede «di approntare una completa tutela della salute dei lavoratori nel rispetto della normativa in materia; di mettere in campo tutti i provvedimenti sanzionatori, previsti dalla legge, a carico di chi viola la stessa e di chi è preposto alla vigilanza senza farla rispettare». Come è stata accolta l’ennesima protesta? «Diverse le mail di solidarietà anche se– aggiunge Greco – speravo in una risposta corale. Ma la mia battaglia non si esaurisce con una richiesta. Ognuno è libero di scegliere il proprio stile di vita, e quindi anche di fumare, ma senza calpestare i diritti degli altri. Se le leggi ci sono vanno rispettate e applicate». Sul banco degli accusati anche l’unica “stanza per fumatori” trasformata in sede studentesca. Sono passati trenta giorni dalla segnalazione inviata e nulla si è mosso. Greco, però, non intende fermarsi. «Confido nella sensibilità del rettore alla risoluzione di questi problemi; sensibilità e attenzione che non è mai venuta meno. Comunque – conclude Greco – mi riservo di tutelare i miei diritti, di cittadino e di cardiopatico, e di tutti i non fumatori nelle forme e nelle sedi opportune».

(a cura di VINCENZO GRECO)