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Il Nome della Rosa: importante il lavoro svolto dall’Università degli Studi di Salerno

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Il Nome della Rosa: importante il lavoro svolto dall’Università degli Studi di Salerno

Nel successo televisivo Il Nome della Rosa importante il ruolo svolto da tre professoresse del DIPSUM dell’Università degli Studi di Salerno

Il capolavoro della letteratura italiana Il Nome della Rosa di Umberto Eco è stato adattato in una mini serie televisiva, in onda su Rai Uno da lunedì quattro marzo 2019. Quattro puntate con la regia di Giacomo Battiato e un cast straordinario tra cui Jonh Turturro nei panni di Guglielmo da Baskerville e Damian Hardung in quelli del giovane novizio Adso da Melk.

Un’abbazia, omicidi su cui indagare, riferimenti colti e dissertazioni filosofiche, e sullo sfondo, una storia d’amore e una lingua sconosciuta: l’Occitano medievale, la lingua d’Oc parlata presso le Alpi Cozie e Marittime. Una lingua galloromanza parlata in un’area specifica del Sud Europa, non delimitata da confini politici e grossolanamente identificata con la Francia Meridionale.

Lingua studiata dall’Ateneo salernitano, in particolare dal Laboratorio DOC (Dizionario di Occitano medievale) che si è occupato delle traduzioni e della consulenza della mini serie televisiva.

Un progetto nato e sostenuto dalla Professoressa Sabrina Galano, docente di Filologia e Linguistica Romanza presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università degli Studi di SalernoCharmaine Lee professoressa ordinaria di Filologia Romanza presso l’Ateneo salernitano; nonché membro della Société Linnguistique romane dell’ Associaciòn Hispanica di Literatura medieval e dell’Associazion internationale d’Etudes Occitanes della società italiana di Filologia romanza. Importante anche l’aiuto della professoressa Beatrice Solla alla realizzazione del progetto.

Un lavoro lungo e faticoso di ricostruzione storica-linguistica. Gli attori hanno studiato con le registrazioni della professoresse realizzate in gran segreto. Tutte le parole introdotte nei dialoghi sono attestate nelle opere medioevali, nulla è stato inventato.

La filologia si apre al mondo, seppur presente nei corsi di studio delle facoltà umanistiche, è considerata una disciplina lontana e complessa, ma in realtà apre nuovi orizzonti e nuovi sbocchi professionali.

A breve, presso l’Ateneo Salernitano si terrà un convegno dove probabilmente sarà presente il regista dell’opera cinematografica Battiato.