Home Attualità Il me medesimo del web

Il me medesimo del web

0
Il me medesimo del web

Ora, sia chiaro, non è che scopro la pietra filosofale quando affermo che il web ha imparato a conoscere il me medesimo più intimo

[ads2] Il web è entrato con la capillarità di una mamma/fidanzata nei meandri più reconditi della mia personalità.

Che fai, sorridi? Sì, sorridi pure scioccamente, come il marito che ha appena fatto sesso con la moglie infetta dall’ebola, pronto a pregustarsi la ricchissima polizza assicurativa che non incasserà mai.

Il problema è il mio, ma anche il tuo. Di tutti, insomma.

Come vi è riuscito, ‘sto sfaccimma di web? Attraverso le ricerche e, più in generale, la navigazione che ogni giorno, più volte al giorno, intraprendiamo sui suoi procellosi mari.

A chi, infatti, non è mai capitato di voler risparmiare sulla polizza auto rivolgendosi ad uno dei tanti siti strombazzati da giornali e tv? No? Delle due, l’una: o state bene a soldi oppure viaggiate col tagliandino farlocco.

Nel caso invece, come me, non vi troviate in nessuna delle due condizioni di cui sopra, è facile sperimentare, qualora vi registraste su uno dei motori di ricerca, quello che si innescherebbe nella vostra casella di posta elettronica.

il me medesimo - cervelloIn soldoni, il web registrerebbe, saecula saeculorum, la scadenza della polizza che si preoccuperebbe di ricordare ogni anno (o ogni semestre), esattamente a partire da 10 gg. prima e fino al dì stesso dell’evento, con l’invio di una solertissima mail. Ma vi è di più: siccome quando vi siete registrati, diamo per scontato che l’abbiate fatto, avete inevitabilmente inserito anche il tipo di automobile che possedete e l’anno di immatricolazione, da quel momento in poi siete spacciati; e sì perché sarete attenzionati, oltre che dalla casa automobilistica “vostra” che vi allerta non appena esce il modello successivo, anche da quelle più improbabili che vi proporranno di trasferire il vostro deretano dallo scassone di macchina che guidate attualmente a quella avveniristica che potreste guidare se solo vi decideste a dar retta alla mail.

Senza considerare, poi, gli immancabili “effetti collaterali” alla vostra innocente, iniziale ricerca di un prezzo più conveniente per la polizza. A che mi riferisco? Basti pensare alle mail che vi ricordano, prima della scadenza del secondo anno e fino al giorno stesso dell’evento (sigh!), l’appuntamento con l’immancabile revisione che sarebbe un delitto non fare al centro “TaldeiTali”.

Potrei continuare con le insidie del web (gli “effetti collaterali” sono milioni di milioni), ma mi fermo qui.

Data questa premessa, immaginiamo (gioco autunnale?), per un attimo, di perdere la memoria.

E’ noto, lippis et tonsoribus, che chi non ricorda il presente, deve mettersi alla ricerca del tempo perduto; in altri termini, deve sintonizzarsi con le frequenze del suo passato.

Immaginiamo ancora di essere in vacanza su un’isola deserta e di avere solo un computer e una connessione internet a disposizione (non troppo deserta, quindi); mettiamo, infine, che nostro figlio, per un’incredibile botta di culo (francesismo), abbia azzeccato un post-it sul monitor con l’indicazione della nostra e-mail corredata  da rispettiva password.

Ebbene, che faremmo?

Ma sì, mi assumo la responsabilità (c’ho le spalle abbastanza larghe): che farei io stesso?

Dopo essere entrato nel mio “regno altro” del web, cercherei di farmi un’idea su chi io sia veramente. Come? Ovvio, spulciando le mail che mi sono arrivate.

Al netto delle mail “da” e “a” persone fisiche con cui evidentemente ho qualche rapporto, mi soffermo su quelle automatiche che t’invia il sistema negli orari più disparati (sarà per questo che sono automatiche?).

Ordunque, dando credito solo a queste ultime, il me medesimo alla cui ricerca sono spasmodicamente proteso, risulterebbe corredato dalle seguenti caratteristiche:

1) Operatore del diritto  (numerose newsletter “legali” lo attestano) poco convinto e/o scoglionato, visto il numero di mail di concorsi e “offro lavoro” in miriadi di branche che stanno al diritto come la ,

2) studente fuori corso invogliato, ad ogni pie’ sospinto, a darsi una mossa per concludere ‘sto benedetto percorso di studi;

3) “monolingua” desideroso di apprendere l’inglese, in considerazione dei vari corsi on-line che mi si propongono;

4) snob in trepidante attesa di serate cool, sulla scorta di frequenti mail su eventi esclusivi per il fine settimana;

5) “bell’antonio” decisamente impotente (ebbene sì!), tenuto conto delle vagonate di viagra e pillole con analoghe funzioni che mi vengono propinate un giorno sì e l’altro pure.

E potrei continuare al punto da avere un puzzle della mia personalità pressoché completo.

Ora, a parte le cantonate che prenderei su me stesso se fossi costretto ad affidarmi al solo vaticinio delle mail automatiche (leggi punto 5), vi è da dire anche che, per altri versi, riuscirei veramente a conoscere delle caratteristiche salienti del mio essere.

Raggiunto lo scopo, la curiosità si sposterebbe sul capire come faccia, il web, a venire in possesso di queste notizie e, soprattutto, se abbiamo la certezza assoluta che siffatti dati sensibili non vengano portati a conoscenza di terzi. Nella sciagurata ipotesi questo avvenisse, infatti, e se, in particolare, questo terzo avesse dalla sua anche una considerevole disponibilità economica, mi sa che ci sarebbero motivi seri di preoccupazione.

Io speriamo che me la cavo.