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Cronache di un giurato per CortoEuropa: le impressioni per la seconda proiezione

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Cronache di un giurato per CortoEuropa: le impressioni per la seconda proiezione

Linea d’Ombra è giovane, dinamico, fresco: un festival che ha sorpreso in ogni evento proposto. Forse, però, supera davvero ogni apice già raggiunto con la rosa di cortometraggi che propone per CortoEuropa

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Dura la vita del giurato. Insomma, lasciare a casa il gusto per (tentare di) essere critici ed obiettivi e poi arrivare sulle poltrone e sentirsi risucchiare in quei mondi catturati da altri obiettivi.
Le 8 pellicole proiettate in questa seconda serata di CortoEuropa sono state un mosaico di trasparenze e opacità, tutte di indiscutibile qualità, a volte anche di difficile comprensione.
Vediamole insieme.

Astrid
Luigi Abanto Varese, 2016, Spagna, 17’

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Astrid – CortoEuropa

Astrid è un’ouverture molto dura per un giurato: sospendere il giudizio su tematiche tanto sorprendenti, quanto forse delicate, per lasciarsi accompagnare per comprenderlo fino in fondo.
La pellicola trasmette il freddo contatto tra una mano esanime e il caldo di un corpo segnato dalla sua storia. Questo corto sembra quasi sovvertire l’assunto vanità della bellezza che si fugge tuttavia perchè riesce a dare il senso di come questa possa sopravvivere alla morte.
Si gioca allora su un piano (o più piani) di confusione, dove la morte è il punto di contatto con la bellezza, porta della confidenza e della vita.
Fino a slittare in un cambiamento dove la morte e il sonno si confondono a loro volta ed è possibile tornare dal proprio passato a vivere. Almeno fino alla prossima torsione della narrazione.
Una narrazione piana, priva di colpi di scena ma con diversi sviluppi.
Eppure a vederlo c’è una risposta emotiva involontaria tanto forte da essere fisica.
Ci si domanderà “E tu, cosa cerchi?”

Trial & Error
Antje Heyn, 2016, Germania, 5’27’’

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Trial & Error – CortoEuropa

Un corto animato molto spiritoso, dall’idea leggera, adatto forse ai bambini ma sicuramente agli adulti che hanno dimenticato che per risolvere i problemi basterebbe semplicemente un punto di vista nuovo sulle cose.
Dalle linee semplici (molto forte la semplice scelta di due dei colori primari) e con una narrazione che segue il flusso di coscienza, fa sorridere riuscendo a veicolare un contenuto interessante.
In tutto una scelta molto coraggiosa: da premiare con la visione.

The Beast
Daina O. Pusić, 2015, Croazia, 20’

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The Beast – CortoEuropa

L’umanità nuda, così perfettamente raccontata in un mondo così liberty, che scivola con un gioco di prestigio nel bizzarro: una realtà tanto cinematografica da apparire verosimile.
Con una fotografia che gronda colore, anche la psicologia delle solitudini e dei dolori sembra picchiettata con intensità come olio su tela. Un’eccellenza.
Il regista non si è privato di scene forti ma riuscendo a dominarne la portata ci trasferisce nel mondo tremendo di una relazione malata tra madre e figlia, dove per una la malattia è il luogo sicuro in cui nascondersi e per l’altra il luogo in cui incontrare la figlia, legata a doppio nodo nel servizio.
La bestia rappresenta, con un segno visibile e in una modalità fluida e ben cadenzata, l’invisibile di una dinamica psicologica tanto comune ed umana da voler sembrare quasi demoniaca.
Senza parole.

Jigging
Ramón De Los Santos, 2016, Portogallo, 14’32’’

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Jagging – CortoEuropa

Jigging è accattivante da subito con un incipit semplice ma influenzato molto da un sottofondo musicale dinamico. Tutto giocato sulla fotografia, tende ad inquietare perchè il regista ha saputo tenere lo spettatore in bilico sul filo di un rasoio tra l’ironico e il tetro.
Un prodotto cinematograficamente eccellente perchè la narrazione è interamente affidata al montaggio e alle inquadrature che, gestendo bene errori nettamente voluti, rendono funzionale un racconto che altrimenti non ci sarebbe. Un prodotto che incuriosisce e riesce a sorprendere lo spettatore più attento.

Cenizo
Cenizo, Jon Mikel Caballero, 2016, Spagna, 10’

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Cenizo – CortoEuropa

Pregevolissimo nella scelta narrativa, inizia lentamente per farsi addirittura avvincente.
Cenizo accompagna lo spettatore in un mondo fantascientifico ben delineato, fumettistico. La povertà dell’idea di fondo è totalmente assorbita da una regia che sa giocare con la fantasia. Eppure, il finale poetico non sembra adeguatamente legato al contesto che l’ha preceduto, rischiando di mostrare troppo del gioco di fabulazione senza riuscire a giustificarlo. Da vedere per l’originalità: sono sicuro piacerà a tutti.

My awesome sonorous life
Giordano Torreggiani, 2016, Italia, 7′

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My awesome sonorous life – CortoEuropa

La vita nei ricordi. La vita dei ricordi. Scovare il segreto per viaggiare nel tempo. Il futuro.
Ecco cosa è questo film.
La macchina del tempo è un grammofono (o un mangianastri, poco importa). My awesome sonorous life è pregno di speranza, ricco di vita, capace di parlare della malinconia con luminescenza, sfiorandola senza lasciarsela appiccicata addosso.
Questo corto, raro per un qualsiasi prodotto del genere, riesce a dimostrare che la vita è ancora tutta da vivere, a qualsiasi età, a qualsiasi condizione. Ci insegna che ad alzare lo sguardo si puà andare oltre, sentire lo sguardo: se è possibile viaggiare nel tempo con la memoria, con un po’ di inventiva e un po’ di allenamento e gli occhi aperti sulla novità, si può andare oltre, fino a sentire nuovi mondi.
Insomma, qualsiasi età abbiate: il meglio deve ancora arrivare.

Fighting for death
Eleonora Veninova, 2016, Macedonia, 15’

fighting for death
Fighting for death – CortoEuropa

Un dissacrante umorismo che gioca bene sulla testardaggine dell’uomo, soprattutto quando ci si impunta su un obiettivo. Tale può essere tale testardaggine che due vecchi potrebbero litigarsi una tomba al punto da voler morire prima dell’altro: un modo meravigliosamente ironico per dirci che quando c’è uno scopo nella vita, anche la morte si allontana. Fosse anche, questo scopo, morire prima dell’altro. Una commedia dal ritmo lento, che sa strappare un sorriso e tenere alta l’attenzione.
Notevole il delicato tocco di regia che senza farsene scorgere offre un incipit commovente per attraversare il senso del comico e del grottesco e tornare a quel senso di pacificazione che solo un’amicizia sorta tra due solitudini può dare.

Butterfly man
Csüllög, 2015, Estonia, 15’41’’

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The Butterfly Man – CortoEuropa

In Butterfly Man si palpa il sudicio del circo, il senso di umano e di menzogna che si figurano alla mente immaginandone lo stereotipo tra i più patetici e decadenti. In questo corto, insomma, è palpabile il sogno, l’immaginifico. Ed è straordinario.
Poetico, tale è la narrazione che si lascia sfogliare con gli occhi nei particolari della scena, negli sviluppi impercettibili della trama che cade a piombo in un finale che forse – e solo forse – avremmo potuto immaginare.
I temi sono infiniti: semplicisticamente si possono citare l’impatto che dà la tortura sugli animali per avere spettacolo e la strumentalizzazione delle persone per quanto possono esserci utili, senza curarci di quanto (poco) ci vorrà ancora perchè siano consumate del tutto.

In breve…

Lasciare a casa il gusto è sempre una nobile iniziativa che difficilmente si può portare a termine. Anche oggi la giuria è stata messa a dura prova dall’altissima qualità della selezione della Direzione Artistica.
Domani l’ultima proiezione: domani, sabato 12 Novembre, conosceremo il vincitore di CortoEuropa 2016.
Si può benissimo anticipare, senza frasi fatte, che sta vincendo Salerno con un’offerta di pregio e grande valore artistico.

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