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Cava de’Tirreni: la Cassazione ha deciso, carcere per Polichetti

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Cava de’Tirreni: la Cassazione ha deciso, carcere per Polichetti

Cava de’Tirreni: la Cassazione ha rigettato il ricorso. L’ex Consigliere Comunale Enrico Polichetti rimane in carcere per scambio elettorale politico-mafioso

Questa mattina, la Sezione Operativa della D.I.A. di Salerno ha eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dalla Sezione del Riesame del Tribunale di Salerno, su appello ex art. 310 c.p.p. proposto da questa DDA nei confronti di Polichetti Enrico, già Consigliere Comunale e successivamente Vice Sindaco ed Assessore del Comune di Cava de’ Tirreni (SA), gravemente indiziato di scambio elettorale politico-mafioso (art. 416 le• c.p.), in relazione alle consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Comunale di Cava de’ Tirreni (SA), tenutesi nel 2015.

L’odierna ordinanza, avverso la quale l’imputato aveva proposto ricorso in Cassazione ex art. 311 c.p.p., rigettato il 17.12.2019, scaturisce da una complessa attività investigativa svolta dalla D.I.A. di Salerno, diretta e coordinata da questa D.D.A., che ha consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti del Polichetti accusato di avere ottenuto, grazie al sostegno dì esponenti apicali del locale clan Zullo, aveva ottenuto un rilevante successo elettorale, risultando il primo eletto, alle consultazioni amministrative del 2015 per il rinnovo del Consiglio Comunale di Cava de’ Tirreni.

Le indagini hanno dimostrato, inoltre, la persistenza dei legami che il Polichetti ha mantenuto, nonostante le formali dimissioni da tutte le cariche pubbliche, con persone direttamente collegate al gruppo camorristico e con esponenti politico-amministrativi e dipendenti dell’Ente locale.
Al termine delle investigazioni, sulla scorta delle significative evidenze raccolte, nell’ottobre 2019, la Sezione del Riesame del Tribunale di Salerno, accogliendo l’appello del P.M. emetteva ordinanza cautelare divenuta esecutiva a seguito del rigetto del ricorso ex art. 311 c.p.p. proposto dal difensore.