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Baronissi, integrazione culturale tra mamme siriane e italiane

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Baronissi, integrazione culturale tra mamme siriane e italiane

Mamme siriane e italiane insieme per un progetto di scambio culturale e sociale, nell’ambito del progetto Sprar, a Baronissi

Mamme siriane e italiane insieme per un progetto di scambio culturale e sociale.

E’ l’idea promossa dal Comune di Baronissi, nell’ambito del progetto Sprar per l’accoglienza dei migranti, che vedrà impegnate ad Aiello alcune mamme nella preparazione del pane.

Domani, martedì 29 maggio, la scuola di Aiello avvierà in via sperimentale un progetto interculturale in collaborazione con la direzione didattica e l’associazione Alvaa.

Le attività inizieranno alle ore 9:30 e saranno suddivise in due momenti: una parte teorica per la conoscenza degli ingredienti e delle tecniche di lavorazione e una parte pratica con la realizzazione dell’impasto e dei panetti a cura di due mamme siriane e tre mamme italiane. Ciascuna mamma realizzerà il pane secondo le ricette del proprio Paese.

A seguire tutti i bambini – italiani e siriani – saranno accompagnati in giardino per la piantumazione nell’orto della scuola di alberelli di agrumi e la relativa etichettatura in doppia lingua.

“Il Comune di Baronissi – spiega l’assessore alle politiche sociali Anna Petta – nell’ambito del progetto SPRAR, attivato lo scorso febbraio per l’accoglienza di 51 richiedenti asilo, intende promuovere e favorire l’integrazione culturale dei primi nuclei familiari ospitati a Baronissi attraverso l’attivazione del progetto “Saperi e sapori d’altri luoghi”.

La promozione dell’integrazione culturale, fortemente voluta dall’Amministrazione comunale, ha lo scopo di contrastare il pregiudizio legato alla figura dell’“immigrato” e permettere a culture diverse di integrarsi fra loro, consentendo, soprattutto in ambito scolastico, una reale crescita culturale e apertura ad altre realtà sociali”.

“Il progetto si propone di mettere a fuoco un percorso di integrazione rivolto agli alunni della scuola primaria – spiega la consigliere comunale con delega alle politiche scolastiche, Luisa Genovese – al fine di “contaminare” le esperienze di vita degli alunni italiani e stranieri e realizzare un momento di inclusione attraverso il linguaggio del cibo. Un percorso, realizzato nell’ambito della didattica scolastica, per diffondere non soltanto la cultura gastronomica italiana, ma anche quella delle culture d’origine degli alunni, per favorire un’uguaglianza delle opportunità educative”.