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Vivere e morire a Treviso, video realizzato nella lingua italiana dei segni

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Vivere e morire a Treviso, video realizzato nella lingua italiana dei segni

Una fusione tra musica ed arti visive quella che ha dato vita al nuovo lavoro de il Teatro degli orrori, con l’uscita del video del brano “Vivere e morire a Treviso”, realizzato, a due anni dall’uscita dell’album, in versione LIS (Lingua italiana dei segni), grazie alla regia di Paolo Tempesta e alla collaborazione dell’artista Francesca Fantauzzi.

“Questo videoclip sperimentale in LIS (lingua dei segni italiana) interpreta in maniera strettamente personale il testo della canzone. Attraverso queste immagini si vogliono mettere in risalto le molteplici sfaccettature delle donne…donne che si ritrovano ad essere figlie, madri, professioniste in carriera…donne che nonostante delusioni e dimenticanze altrui riescono ad affrontare la vita con dignità attimo per attimo.”, ha dichiarato il regista Paolo Tempesta a proposito del lavoro di interpretazione svolto su “Vivere e morire a Treviso”.

Il testo della canzone scandisce, attraverso un alternarsi caotico e dissonante fra chitarra acustica e bit agitati,  il ritmo quotidiano della vita di queste ipotetiche donne.

sveglia
devi lavorare
spezzare la schiena
dei giorni feriali
mangia
ti prego
mangia qualcosa
sei pelle e ossa
dormi

Una sorta di storia d’amore si fa spazio all’interno del pezzo, trascinata dal ripetersi dei gesti giornalieri che imprigionano alla realtà, restituendo agli altri un’immagine distorta di noi stessi, in cui non c’è spazio per nessun lieto fine. O almeno non qui. E’ come se il circolo vizioso delle necessità ci rendesse delle macchine prive di comprensione, incapaci di provare sentimenti, di reagire, di liberare quell’amore intrappolato nell’anima che il presente schiaccia con i suoi impegni improrogabili. Eppure qualche illusione resta, segreta, custodita, intangibile. E infatti Capovilla esclama con tono triste e amaro:

dentro di te
c’è così tanto amore
da rifare il mondo intero
e non si direbbe

“I figli si sa hanno altro a cui pensare, non sanno quasi niente di te”; nessuno ci conosce realmente, nessuno indaga oltre la serialità degli eventi e il susseguirsi quasi monotono di gioie e delusioni che scandisce ogni esistenza. Sta a noi, giorno dopo giorno, trovare un motivo per recuperare il tempo speso lontano dai sogni, nell’indistinto accadere delle nostre vite, resistendo al peggio senza rinunciare ai sentimenti e alla dignità, beni preziosi che sopravvivono al deterioramento dei giorni e alle ordinarie difficoltà. Tra il vivere e morire, c’è la vita.

vivere e morireLa scelta di affidare a questo brano il progetto SperimentaLIS (creato per far convivere l’arte visiva e la lingua dei segni) è una sfida importante, mirata a plasmare un linguaggio universale che possa raggiungere tutti attraverso l’uso di immagini sincopate capaci di trasmettere il senso del ritmo anche a chi può ascoltare solo con lo sguardo. Musica per gli occhi, e soprattutto per il cuore.