Home Cronaca Vassallo: interrogato Damiani

Vassallo: interrogato Damiani

0
Vassallo: interrogato Damiani

Per l’omicidio dell’ex-Sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, Damiani è stato interrogato in carcere in Colombia

[ads2] Dopo l’arresto, il 18 febbraio 2014 in Colombia all’aeroporto di Bogotà, del presunto narcotrafficante Bruno Humberto Damiani De Paula, detto “il brasiliano” (perché nato a Belo Horizonte) con l’accusa di essere reo in concorso con altri (non ancora noti) dell’omicidio del 5 settembre 2010 dell’ex-Sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, il P.M. Rosa Volpe lo ha interrogato nel carcere sudamericano.

L’indagato si è difeso negando di conoscere Vassallo e di voler far rientro in Italia per scagionarsi dall’accusa di spaccio di droga.

Vassallo
a destra “il brasiliano”

Tuttavia, varie testimonianze emerse, comprese quelle di un pentito, sosterrebbero che il brasiliano, indagato per altri reati estorsivi che sarebbero stati commessi fra Eboli e Salerno, nei mesi estivi antecedenti il delitto avrebbe minacciato platealmente in pubblico Vassallo ad Acciaroli.

E si era detto un po’ di tutto in quei primi giorni settembrini: che Vassallo poteva avere interessi con personaggi poco raccomandabili della zona o che, addirittura, poteva trattarsi di un omicidio a sfondo passionale. Certo, gli inquirenti non escludevano nessuna pista, ma la verità è, ed è sempre stata, che un sindaco o un qualsiasi dirigente pubblico o anche un parroco, il quale si opponga al cemento indiscriminato e ad altre condotte criminali, non può che essere più facilmente esposto e oggetto di persecuzioni e delitti. Le modalità di esecuzione del reato, peraltro, erano del tutto assimilabili a quelle tipiche della criminalità organizzata: una crivellazione di colpi d’arma da fuoco (9, tutti a segno) a sangue freddo mentre Vassallo era ancora a bordo della sua auto.

In effetti,  nell’ambito di un’inchiesta sullo spaccio di stupefacenti a Pollica e dintorni, l’Antimafia aveva individuato in Damiani il mandante o l’esecutore di reati finalizzati alla compravendita di dette sostanze e, infatti, a carico dello stesso pende tuttora un’ordinanza di custodia cautelare del 2011 del Gip del Tribunale di Salerno in esecuzione del mandato di arresto internazionale emesso qualche mese prima.

A proposito del potere criminale nella zona, il 7 settembre 2010 su La Repubblica.it, due giorni dopo l’assassinio di Vassallo, Saviano scriveva: “Oggi le ‘ndrine nel Salernitano contano molto di più […] Il porto di Salerno, su autorizzazione dei clan di camorra, è sempre stato usato dalle ‘ndrine per il traffico di coca, soprattutto da quando il porto di Gioia Tauro è divenuto troppo pericoloso […] In tutto questo, il cordone ombelicale che ha legato camorra e ‘ndrangheta porta un nome fin troppo evidente: A3, ovvero autostrada Salerno-Reggio Calabria. Nel salernitano sono impegnate diverse ditte dalla reputazione tutt’altro che specchiata […] È in quei posti invisibili, apparentemente marginali che si costruisce il percorso di un Paese. Tutto questo non si è visto in tempo e oggi si continua a ignorarlo. La scelta del sindaco in un comune del Sud determina l’equilibrio del nostro Paese più che un Consiglio dei Ministri. Al Sud governare è difficile, complicato, rischioso. Amministratori perbene e imprenditori sani ci sono, ma sono pochi e vivono nel pericolo”.