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L’Unità Operativa di Salute Mentale di San Severino rischia di chiudere

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L’Unità Operativa di Salute Mentale di San Severino rischia di chiudere

L’allarme degli utenti della struttura di San Severino

mercato san severino L’Unità Operativa di Salute Mentale di Mercato San Severino rischia seriamente di chiudere. A comunicarlo sono i familiari degli utenti della struttura che serve i sei comuni del circondario della Valle dell’Irno. ”Le risorse umane, strutturali ed economiche sono in costante diminuzione –comunicano i familiari degli utenti  in una nota – basti pensare che già da qualche anno la somma destinata dal Piano di Zona (Ambito 2) per le varie attività di assistenza non viene più erogata e parliamo solo di 5mila euro”. L’Uosm è una struttura complessa che garantisce assistenza riabilitativo ai pazienti con problemi psichiatrici.

Non meno grave la situazione del Centro di Accoglienza Diurna: “il servizio navetta , utilissimo agli utenti non in grado di spostarsi autonomamente, è stato sospeso a causa del pensionamento dell’autista e della rottamazione del servizio di trasporto”. Tragica, per i familiari, è la situazione della sede: ”La dislocazione della struttura in due punti separati impedisce l’ottimizzazione delle risorse. Il Cad ed il Centro di Salute Mentale sono allocati in una civile abitazione, al secondo piano di un palazzo che non ha un ascensore. Sulla struttura grava, inoltre, un provvedimento di sfratto esecutivo dal 31 agosto del 2014. La notizia che ci è giunta a seguito della già tante problematiche relative alla struttura lascia intravedere un epilogo amaro di un percorso già difficilissimo. Il punto è che si rischia di non poter assicurare un’adeguata assistenza ad una tipologia di pazienti già fortemente penalizzata togliendo alle famiglie un supporto pratico, emotivo e sociale di cui hanno un forte bisogno”.

Per ovviare al problema – aggiungono i familiari – sono state avanzate diverse ipotesi, la più concreta e dignitosa potrebbe essere quella di acquistare un prefabbricato da installare nell’ex Centro Juventus previo protocollo d’intesa con l’Azienda Ospedaliera Ruggi d’Aragona di cui fa parte l’Ospedale Fucito di Mercato San Severino”. I familiari dei pazienti in data 25 marzo, hanno inviato una lettera con oltre 130 firme al direttore generale dell’Asl di Salerno, ad oggi, però, ancora nessuna risposta  da parte di Antonio Squillante.