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Unisa, la Prima Repubblica nelle parole di Pomicino

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Unisa, la Prima Repubblica nelle parole di Pomicino

Il Seminario permanente di Storia e storiografia dell’Università Degli Studi di Salerno ha ospitato, giovedì 26 Maggio, il dibattito “Azione giudiziaria e crisi della Prima Repubblica”. Ospite atteso: Paolo Cirino Pomicino

[ads1] Dopo i saluti del Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, Rosa Maria Grillo, Andrea Marino, moderatore dell’evento, presenta gli obiettivi ed i prossimi appuntamenti del Seminario permanente, prima di lasciare la parola al magistrato Nicola Quatrano. Un tuffo dal punto di vista giuridico, giornalistico, politico e storico negli anni che hanno visto il passaggio da una classe politica all’altra e la fine della Prima Repubblica.

Il magistrato Nicola Quatrano ha iniziato il suo intervento dichiarandosi cosciente dello sfondo complesso che si cela dietro Mani Pulite. Nella sua analisi ha cercato di non tralasciare i fenomeni storici che possono aver influenzato quel determinato periodo, dalla nascita dell’Unione Europea, così come la conosciamo oggi, al crollo dell’URSS, cercando di far comprendere a quanti erano presenti dell’aula Imbucci che non si tratta “della semplice storicella dei complotti contro i politici”. La vicenda napoletana, poi, è molto più complessa: a Milano l’inchiesta fu approvata sia dall’alto che dalla società civile, a Napoli invece si dovette aspettare il 1993 (fonte di tale ragionamento, l’esito delle elezioni del 1992).

Andrea MarinoLa parola passa, poi, al giornalista Gigi Di Fiore, che conferma l’atteggiamento di alcune figure, appartenenti al mondo della magistratura, nel soprannominare  “azione di grimaldello” l’ipotesi di reato per voto di scambio. Nell’aprile del 1992 la redazione di Repubblica arrivò a Napoli, ma soltanto nel Marzo del ’93 si raggiunse l’autonomia di narrazione, in seguito alla “vicenda delle 4 cassette”, da cui poi si riuscì ad instaurare un rapporto di collaborazione con gli inquirenti.

Marino presenta, a questo punto, un altro ospite presente al tavolo: Alfredo Vito, meglio conosciuto come “mister100mila“. Storico esponente della democrazia cristiana napoletana, Vito pone l’attenzione sull’appartenenza ideologica dei cronisti de Il Mattino. Definisce la II Repubblica statica rispetto alla precedente, caratterizzata dallo stallo dell’economia, dall’aumento della disoccupazione, dalla mancata normalizzazione del tribunale come istituzione. Definisce, infine, la TAV l’unica grande opera realizzata, per di più “con i soldi dei biglietti”, e l’affare Tangentopoli risultato di un complotto internazionale.

Paolo Ciro Pomicino, infine, ha provato a proporre una rilettura priva di ipocrisie alla luce dei dati elettorali di quegli anni. Tutti i governi della II Repubblica, un sistema politico di tipo faunistico, a suo avviso, riescono a diventare maggioranza negli organi, restando minoranza nel paese reale: una vera propria tesi sulla coerenza tra le vittorie politiche e quelle referendarie; dimostrata attraverso l’esempio del referendum dell’85, in cui venne abolita la scala mobile. Eppure nel ’74 successe qualcosa di diverso..

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