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Sarno: il comune ritira il piano parcheggi

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Sarno: il comune ritira il piano parcheggi

La ditta appaltata non riesce più a sostenere la situazione a Sarno e chiede la rescissione.

Si può dire che, finalmente, si è venuti a capo di un problema che affligge la cittadinanza di Sarno: è stato annunciato, dall’ ufficio del portavoce comunale e dal movimento Rete Libera, il ritiro del piano parcheggi di Sarno. È stata la stessa ditta privata – la Multy Services – originaria di Palma Campania, ad aver presentato all’ ufficio protocollo del Comune di Sarno un documento in cui annuncia la propria ritirata.

Un tira e molla che dura da circa un anno, quando la popolazione sarnese, alla presentazione del bando di gara ufficiale stanziato dal comune, ha denotato alcuni punti su cui era fortemente in disaccordo: il pagamento a ore, l’abbonamento limitato alle zone di residenza dei cittadini, prezzi troppo alti, lo squilibrio tra le zone a pagamento e quelle a sosta gratuita e l’inesattezza delle zone adibite, sono stati i punti che hanno portato la popolazione ad una raccolta firme che il comune non ha, però, preso in considerazione, permettendo alla Multy Services di iniziare la sua attività al comune di Sarno. A questi si sono aggiunti anche altri difetti, sorti in seguito ad una verifica sul lavoro appaltato, dove alcune zone parcheggiabili risultavano di dimensioni fuori dalla norma consentita.

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La popolazione, per rispondere a tutti i problemi del piano sosta, ha organizzato una forma di protesta durante la quale i cittadini evitavano di parcheggiare nelle zone a pagamento, a rischio di fermarsi in divieto di sosta. La situazione ha portato anche ad alcuni episodi sconvolgenti, come le aggressioni agli ausiliari del traffico, la più agghiacciante delle quali è stata quella a suon di picconate che, solo per poco, non si è tramutata in tragedia.

E’ stato stabilito come termine ultimo per il lavoro della Multy Services il 30 Novembre. In seguito al ritiro, le strisce blu a pagamento, di sicuro resteranno attive, ma sarà il Comune stesso ad occuparsene e a riscuotere i soldi delle pur esose tariffe orarie imposte. La situazione è, comunque, in fase evolutiva e tutto potrebbe ancora cambiare.

(In Collaborazione con: Mario Izzo)