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Salerno, una delle province più vaste e popolose d’Italia: esclusa dai tagli

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Salerno, una delle province più vaste e popolose d’Italia: esclusa dai tagli
Il logo della Provincia di Salerno
Palazzo Sant'Agostino. Sede istituzionale della Provincia di Salerno

E’ argomento di campagne elettorali da ormai una trentina d’anni e puntualmente è stato disatteso e tradito. Da De Mita a Berlusconi, da Prodi a Beppe Grillo tutti c’hanno provato ma nessuno è riuscito a portare avanti uno dei temi più scottanti e più importanti dal punto di vista politico: l’abolizione delle province.

Finalmente, forse, il Governo Monti è riuscito a fare un passo avanti. Il Governo, infatti, nella notte tra il 5 e il 6 luglio 2012 ha emanato il decreto legge n°95 cosiddetto della “spending review”, ovvero della revisione della spesa pubblica (diventato legge dopo la firma del giorno 6 da parte del Presidente della Repubblica) che istituisce l’abolizione o l’accorpamento delle Province sulla base di due criteri,cioè dimensione territoriale e popolazione, con parametri che sono stati stabiliti con un provvedimento del Consiglio dei Ministri del 20/07/2012 in cui si legge che “in base ai criteri approvati i nuovi enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati”.

Dal lungo elenco di provincie da “tagliare” Salerno resta fuori, dal momento che vanta una delle provincie più vaste e popolose d’Italia, in particolare del Sud Italia, con quasi 5.000 km quadrati e più di 1 milione di abitanti.

La storia di questo territorio, che si estende da Sapri a Positano, dagli Alburni ai Picentini, si fregia di una storia millenaria importante.

Nell’era preistorica la provincia di Salerno conobbe un forte sviluppo culturale ad opera di invasori orientali,Focei,che fondarono alla foce del fiume Alento una città conosciuta prima come Elea e successivamente come Velia(sede di una della maggiori scuole filosofiche presocratiche, la scuola Eleatica) e Greci che invece fondarono alla foce del fiume Sele in territorio di Capaccio, Poseidonia(oggi Paestum).

In epoca medievale, Salerno fu occupato da diverse popolazioni dai Longobardi ai Normanni, dagli Svevi, fino agli Angioini e agli Aragonesi con il cui avvento la città iniziò a far perdere importanza soprattutto a causa della sempre più crescente egemonia della vicina Napoli. Ebbe, tra l’altro, un ruolo fondamentale nel processo di “renovatio imperi” che aveva come progetto quello di rifondare un’autorità imperiale intrisa di valori cristiani che culminò nella fondazione del Sacro Romano Impero da parte di Carlo Magno, cognato del principe longobardo salernitano Arechi II, a cui si associa la costruzione dell’omonimo castello situato a circa 300 m. dal livello del mare, sul colle “Bonadies”. Risale a quei secoli la formazione della Scuola Medica Salernitana, prima istituzione per l’insegnamento della medicina nel mondo occidentale  (Hippocratica civitas), che introdusse importantissime novità in campo medico, in modo particolare nel metodo e nell’impostazione della profilassi, basata fondamentalmente sulla pratica e sull’esperienza che ne derivava, aprendo così la strada al metodo empirico e alla cultura della prevenzione.

Nell’epoca contemporanea, fu capitale provvisoria del “Regno del Sud” dal 10 febbraio al 15 luglio 1944 e sede del Governo dall’11  febbraio fino a metà agosto ’44.

Nel processo che ha portato all’istituzione delle province, nel 1859 sul modello dei dipartimenti francesi, quella di Salerno segna la sua nascita con l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia nel 1861.

Pensate ed ideate come fonte di centralità amministrativa e di un tramite tra Comuni e Regioni, soprattutto nelle zone più ampie e vaste per dare un punto di riferimento a tutti i cittadini, le Provincie,soprattutto negli ultimi decenni,si sono rivelate soltanto come nuova burocrazia sovrapposta a quelle già esistenti(statali, parastatali, partitiche, sindacali).