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Salerno, scuola in blocco con la didattica a distanza: le difficoltà degli istituti tecnici e professionali

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Salerno, scuola in blocco con la didattica a distanza: le difficoltà degli istituti tecnici e professionali
Immagine da Pixabay

Salerno, gli ostacoli da Covid-19 nelle scuole e negli istituti superiori tecnici e professionali della città, le interviste ai Presidi: “Bisogna recuperare tutte le ore di laboratorio perdute

L’anno scolastico non è certo iniziato in modo tradizionale. Dopo le prime settimane di rientro tra i banchi, l’emergenza Covid-19 ha di nuovo avuto la meglio. L’ultima ordinanza emanata dal Presidente De Luca ha infatti prorogato la sospensione delle attività scolastiche in presenza. Coinvolte tutte le scuole ed istituti di ogni ordine e grado, fino al 14 novembre. Salvo gli studenti con disabilità, tutti gli altri alunni e professori sono costretti ad interagire attraverso il monitor di un computer.

Ma finché trattasi di apprendimenti di tipo teorico, le scuole, in particolare gli istituti superiori, stanno reagendo bene ai cambiamenti portati dalle norme anti-virus. Ma non  vige lo stesso per tutti. Una delle realtà scolastiche più colpite dal disagio sono sicuramente gli istituti tecnici e professionali. Essi, volti ad offrire una formazione pratica, specializzata e approfondita tramite attività di laboratorio, hanno dovuto interrompere il loro normale andamento.

Le parole del Preside Naddeo

A tal proposito si è espresso il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Salerno, Claudio Naddeo, dirigente del Trani e del Convitto Nazionale, coinvolto in prima linea in questo periodo di difficoltà: “Stiamo operando monitoraggi continui, seguendo insegnanti e studenti al fine di risolvere quanto meno il problema delle attività laboratoriali. L’obiettivo è quello di riportare, nel rispetto delle misure di sicurezza e della tutela della salute, la priorità assoluta alle discipline di indirizzo”.

Espone poi il suo disegno per ovviare a tali mancanze: “Sto valutando la possibilità di operare una ripartizione del monte orario diversa, avvalendomi del Regolamento sull’Autonomia. Il piano è quello di recuperare tutte le ore di laboratorio perdute, una volta ritornati in presenza, erogando in questo momento lezioni prevalentemente di tipo teorico.

Il Preside si esprime anche sui progetti PCTO:”Siamo partiti per quando riguarda la parte indoor, cioè quella inerente alla curvatura disciplinare, alla formazione  per la sicurezza sul lavoro e all’impresa simulata. Al momento non possiamo assumerci altri fattori di rischio per i ragazzi. La parte di stage diretto si riserva al ritorno in presenza“.

La risposta della Dirigente Pellegrino

Più ottimista appare la dirigente Dell’ IPSEOA R. Virtuoso Ornella Pellegrino: “Seguo di persona l’andamento delle lezioni in didattica digitale. Vedo tutti i ragazzi presenti, quindi non registro molte difficoltà da parte loro. Il punto di criticità restano le attività laboratoriali. Ma stiamo cercando porre rimedio: soprattutto per i ragazzi di terzo, quarto e quinto anno, già in possesso di strumenti e di competenze manuali, si organizzano lezioni pratiche svolte da casa. Il docente di laboratorio viene seguito in smart working nella preparazione di vari piatti, vedendo e correggendo gli alunni in caso di errori“.

Il via poi alle possibili soluzioni: “Come dirigente, ho chiesto di poter rientrare in presenza almeno un paio di volte a settimana per l’attività di laboratorio. Il problema principale sussiste nei mezzi di trasporto, avendo oltre la metà degli studenti pendolari. Il rischio di contagio è maggiore nei autobus, piuttosto che nelle scuole“.

Ma la Preside resta dell’idea che, almeno per brevi periodi di tempo, lo smart working scolastico non influenzerà granché la preparazione professionale degli studenti: “La didattica a distanza non incide come si vuol far credere, poiché il passaggio dal laboratorio tradizionale a quello “digitale” compensa a mio avviso,  dell’80%. Il 20% restante è il fattore umano, il coinvolgimento fisico e sociale, ma la scuola sta facendo di tutto per non abbandonare gli studenti”, conclude.

Le dichiarazioni di Daniela Novi

Si pone in egual misura l’obiettivo di agevolare i suoi studenti la Preside dell’Istituto Nautico GIOVANNI XXIII Daniela Novi:Finché permane il divieto di venire a scuola, abbiamo delle difficoltà dal punto di vista pratico, ma abbiamo già predisposto un’articolazione tale da consentire l’uso  dei laboratori. L’obiettivo è quello di suddividere ogni classe in quattro gruppi. La classe suddivisa, a rotazione dei vari gruppi, entrerà in tutti i laboratori per svolgere le attività pratiche, uno o due giorni a settimana. I gruppi non dovranno essere superiori a 6 persone”.

Intento realizzabile salvo ulteriori proroghe dell’ordinanza: “è una situazione progettata nel caso in cui, entro il 14 novembre, non ci saranno ulteriori criticità. Nel frattempo abbiamo acquistato dei software di simulazione dei laboratori sia di meccanica che di navigazione”.

Per quanto riguarda l’attività dell’Alternanza Scuola-Lavoro, tutto dipende dal permanere della zona gialla nella Regione: “Abbiamo già riunito il Comitato Tecnico Scientifico, formato dai docenti e dai rappresentati di aziende private (negli enti pubblici si continua con lo smart working) in convenzione con la scuola, i quali si sono fin da ora mostrati disponibili ad accogliere i ragazzi in Alternanza Scuola-Lavoro“.