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Salernitana, i tanti perché di una rinascita

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Salernitana, i tanti perché di una rinascita

Salernitana: una metamorfosi che ha un profondo significato

salernitanaDa quando mister Gregucci si è seduto sulla panchina della Salernitana, la maggior parte della tifoseria e degli addetti ai lavori stanno cercando di dare una risposta ai tanti interrogativi che vanno di pari passo con la rinascita della squadra, dando per scontato che il tutto  potrebbe essere spiegato solo con il cambio tecnico, purtroppo sarebbe fin troppo semplicistico ed escluderebbe un approfondimento che deve essere quanto mai indispensabile.

Una cosa, però, appare lapalissiana e che è sotto gli occhi di tutti, ossia che ora nel novero di chi aspira ad un posto al sole, se pur attraverso la lotteria dei play off, c’è anche la Salernitana, anzi se dovesse continuare questo trend positivo, potrebbe, visti gli ampi margini di miglioramento, essere considerata addirittura tra le favorite o quantomeno tra le squadre da battere.

Ma andiamo con ordine, partendo da quello che è stato l’esonero di Sanderra, una decisione presa più per calmare la piazza che per convinzione dei due patron, che avrebbero volentieri continuato a dare fiducia ad un tecnico che, suo malgrado, ma soprattutto ex abrupto, si è trovato catapultato in una realtà calcistica come quella salernitana che non può essere gestita con approssimazione, vista la profonda conoscenza ed il grande edonismo per il gioco del calcio da parte della piazza granata.

A sedere su di una panchina abbastanza rovente è toccato a Perrone, che dopo la vittoria di due campionati consecutivi, era stato visto come il salvatore della patria e colui il quale avrebbe potuto compiere il miracolo degli anni precedenti, ma non “tutte le ciambelle riescono con il buco” ed il tanto invocato allenatore romano ha terminato  la sua avventura con la Salernitana con un esonero tout court e senza alcun rimpianto, e con una squadra ben lontana persino dalla zona play off, ovvero un vero e proprio fallimento sotto tutti i punti di vista.

Poi è storia recente, ossia il ritorno di Fabiani, l’acquisto, nel mercato di riparazione, di calciatori che potessero dare consistenza e compattezza a tutti i reparti della squadra, ma soprattutto come nocchiero uno che non guarda in faccia a nessuno e che le cose non le manda a dire e, ipso facto, la Salernitana torna ad essere tra le protagoniste del campionato. Fin qui una cronistoria che poteva essere anche evitata in quanto conosciuta da tutti, ma deve servire per capire quanto sia difficile operare nel mondo del calcio e come si possa passare dalle stelle alla polvere in un  arco di tempo brevissimo, in pratica nulla va lasciato al caso e soprattutto bisogna riconoscere gli errori commessi e correre ai ripari. Gregucci non ha la bacchetta magica, ma ha dalla sua parte un modus operandi  che non ammette deroghe, ognuno deve fare bene la propria parte e dimostrarsi professionista dentro e fuori dal campo, poi i vari moduli  e le tattiche di gioco sono propedeutici ad una simbiosi che non può non essere vincente.

Allora la domanda iniziale sul perché di questa rinascita della Salernitana rischierebbe di non avere alcuna risposta, invece la ricostruzione dell’annata calcistica in corso spiega i motivi di questa metamorfosi, infatti se il brutto anatroccolo è diventato un splendido cigno, i motivi sono lampanti, basta solo saperli leggere tra le righe, ma soprattutto impone di “dare a Cesare quello che è di Cesare”, anzi questa nostra disamina si pone tale scopo per essere ancora più uniti e centrare l’obiettivo prefissato. Intelligenti pauca!!!