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Roma, le cronache del Degrado

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Roma, le cronache del Degrado

Resoconto del primo raduno della Fabbrica del Degrado a Roma

Degrado

Ci sono cose, nella vita, che quando meno ce l’aspettiamo prendono pieghe a dir poco strane, imboccano vie originalmente inconcepibili, a volte anche assurde, quasi utopiche, e talvolta devastanti.

È esattamente questo il caso riguardo ciò che è accaduto a Roma, nel giorno 24 aprile (e per alcuni anche il seguente): nella Capitale ha avuto luogo il secondo raduno nazionale della Fabbrica del Degrado.

Per tutti coloro che non la conoscessero, la Fabbrica del Degrado è nata semplicemente come pagina su Facebook, da un’idea di Dottor Willy Degrado (ovviamente è un nome d’arte), e, procedendo di ban in ban, ha raggiunto una quota massima di 125.000 utenti, per poi arrivare a ciò che gli operai (così si chiamano, difatti, i fan della suddetta pagina) hanno sempre sognato: incontrarsi dal vivo, da qualche parte, e portare ciò che si fa sul social network anche nella vita reale.

È così che si è avuto il primo raduno a Milano, poche settimane fa, e quello appena conclusosi a Roma. Ovviamente non è stato un percorso lineare (e non avrebbe mai potuto esserlo, vista la natura stessa del gruppo, come potrete ben immaginare dal nome), ma una specie di avventura che adesso, in quanto reporter e testimone, mi accingerò a raccontarvi.

Il luogo dell’appuntamento era parco Schuster, adiacente la basilica di San Paolo, e trovarli, dopo un lungo viaggio prima in autobus, poi in metro, non è stato difficile: le imprecazioni, difatti, raggiungevano un livello di decibel abbastanza elevato da poter essere udibili a diversi metri di distanza.

Una volta giuntovi, ho ricevuto il benvenuto personale di colui che chiameremo il Marchese de Sade, uno degli admin della Fabbrica del Degrado, punto di riferimento per tutti gli operai romani, incaricato di attendere l’arrivo dei partecipanti, che tutti insieme raggiungevano la cifra di circa 100 unità.

L’atmosfera, nonostante non conoscessi nessuno di persona (ed è stato così per altri viaggiatori solitari), non risultava affatto fredda: chiunque dava confidenza a chiunque, in un tripudio di saluti, abbracci e brindisi, in ciò che più s’avvicina nella realtà al concetto iperuranico di “fratellanza”. Ed è questa una delle forze maggiori di Degradoland: tutti si possono sentire come a casa propria, consci del fatto che si è tra operai, e che si condivide la stessa filosofia di vita e di rapporti umani.

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Tra una risata e qualche tentativo di conoscenza decisamente informale con persone presenti lì assolutamente per caso, il tempo è passato veloce; indi, per non arrivare in ritardo al concerto del gruppo romano Prophilax, che avrebbe dovuto avere luogo quella notte, gli amministratori (provenienti anche loro da svariate località italiane, come gli operai) hanno condotto questo strano gruppo “da Mario”, un locale partner della Fabbrica del Degrado, con cui il già citato Marchese aveva preso accordi per dissetare la forza operaia.

Nonostante l’ora non fosse tarda e nonostante l’euforia precedente si fosse decisamente smorzata, il concentramento della Fabbrica del Degrado non ha trovato particolare favore degli abitanti della zona.

Non contenti di ciò, sono arrivati persino a chiamare la Polizia e i Carabinieri, accorsi con ben 6 pattuglie mentre stavamo dirigendoci verso la metro per recarci al Qube, luogo del concerto. Una breve chiacchierata è bastata per chiarire l’equivoco, grazie specialmente alla mediazione di colui che nell’ambiente viene chiamato Principe del Degrado.

Accompagnati da una testa da parrucchiere trasformata in una versione femminile di Hitler (con tanto di baffo), il gruppo si è diretto verso il locale in metro.

Una volta raggiunto, l’accoglienza non è stata decisamente quella che ci si potrebbe aspettare da dei buttafuori: si sono, anzi, dimostrati estremamente gentili. Merito ancora una volta del Marchese, habitué e conoscitore dell’ambiente, e della sua splendida organizzazione, per un evento del genere.

Finalmente nel locale, la serata è iniziata con una varietà di cori e imprecazioni, e l’intrattenimento di Christian Ice, una personalità molto nota del mondo di internet, specialmente per le sue collaborazioni e per i suoi video su Youtube. Hanno fatto da intro per il concerto, inoltre, 3 canzoni inedite del nuovo album dei San Culamo, “Tana pe Cristo”, un famoso gruppo underground romano. E su queste premesse, è iniziato il concerto dei Prophilax.

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Spettacolare performance del gruppo romano, carico di energia, con una tecnica impeccabile eppur con quel fare trascinante tipico dei grandi gruppi rock della storia (e in effetti, la storia, i Prophilax l’hanno fatta). Alla travolgente capacità di coinvolgimento del cantante Fabio “Ceppaflex” Pinci, si univa la spettacolare abilità del chitarrista “Ludo Sbohr”, degna del migliore dei solisti. Ciliegina sulla torta, un bassista d’eccezione (è grazie a lui, tra l’altro, che hanno visto la luce nel locale le 3 anteprime dei San Culamo) e un batterista tanto giovane quanto talentuoso, appena ventenne.

La performance musicale è stata coronata da apparizioni sceniche di Sirvano e di altri personaggi, tra cui un ex-membro e la corista, e da un pogo scatenato al centro del locale, anch’esso all’insegna della fratellanza che, addirittura, si è interrotto per raccogliere due ragazzi caduti a terra. Notevole la collaborazione dell’admin Bellu, il quale per il calore si è denudato il torso insieme ad altre persone, tra le quali il Marchese.

L’esibizione ha visto alcuni dei pezzi più famosi del gruppo, come “M’arrazzo col trans”, “Dora daccela ancora”, “Viaggio nella dimensione anale” e “Pornografia unica via”, dedicata proprio alla Fabbrica del Degrado. Una volta conclusosi il concerto, la serata è proseguita con svariati brani rock storici, fino alla chiusura del locale, avvenuta verso le 4 del mattino.

Nonostante l’ora, erano ancora presenti circa una ventina buona di operai (tra cui un 46enne e un 42enne, pertanto non si dica che è una cosa per giovani scapestrati), e molti admin, tra i quali Mich, arrivato da Milano, che cercava di capire che fine potesse aver fatto l’admin con cui sarebbe dovuto tornare, il Necchi, scomparso, e col cellulare spento. È stato ritrovato soltanto la mattina del 25.

Nonostante la serata e il pomeriggio precedente all’insegna del degrado, alcuni operai non si sono arresi, e si sono riuniti a casa del Marchese, residente a Roma, dove hanno trascorso la giornata in compagnia, per poi riprendere ognuno la via del ritorno.

Nonostante la mancanza di alcuni admin, tra i quali Svezzatore al Titanio, di cui nessuno conosce la reale identità, e Vincent Vega, il raduno è stato senza dubbio un successo, e ha lasciato un velo di malinconia nei partecipanti, la stessa che si può riscontrare in chiunque abbia partecipato a un evento lasciando dei pezzi di sé e ricevendone dagli altri, rendendone il ricordo vivo nella memoria.

Probabilmente, se agli albori della Fabbrica del Degrado qualcuno avesse predetto come sarebbero andate le cose in futuro, la rivelazione avrebbe incontrato quell’incredula speranza che ha unito tutti coloro che, per un giorno, hanno messo da parte Facebook per il coraggio di passare una giornata in compagnia.