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Referendum: anche a Salerno il comitato per il NO

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Referendum: anche a Salerno il comitato per il NO

Si è riunito per la prima volta anche a Salerno il comitato per il NO al Referendum sulla riforma costituzionale,che si terrà il prossimo ottobre. A presentare il comitato salernitano uno storico politico della sinistra e docente universitario Giovanni Russo Spena, membro del coordinamento nazionale “Democrazia Costituzionale”

[ads1]“È un’occasione importante, Renzi dice che questo Referendum sarà la madre di tutte le battaglie, ma finirà come quello di De Gaulle” esordisce così, in una sala gremita Giovanni Russo Spena, docente universitario,ex deputato e senatore in varie legislature e oggi in prima fila con altre personalità di spicco del panorama politico e culturale italiano come Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky nella fondazione nelle città italiane dei comitati cittadini per il NO al Referedum che si terrà il prossimo ottobre.

Referendum costituzionale

Infatti, secondo l’articolo 138 della nostra Costituzione quando una legge di revisione costituzionale viene approvata dalle camere con la maggioranza assoluta (metà +1 dei seggi) e quando almeno 1/5 dei componenti di una Camera ne fa richiesta la legge viene sottoposta al voto degli elettori: questa tipologia di Referendum è catalogata appunto come “Referendum Costituzionale

Quella che stiamo per affrontare sarà una battaglia per la democrazia tout court: stiamo vivendo una fase di sfibramento democratico, dove il cittadino viene sperato dalla decisionalità,i comitati nascono per affermare la nostra idea che la cittadinanza deve essere al centro della vita democratica: collaboreremo con forze sociali, politiche e di movimento, una minoranza coesa ed organizzata può vincere, ce l’abbiamo fatta nel 2006 e ce la faremo anche stavolta” continua Russo Spena, animando la tanta gente accorsa al Chiostro del Convento dei Frati Cappuccini di Salerno per la conferenza di presentazione del “Comitato salernitano democrazia Costituzionale

Russo Spena, in questa parte del suo intervento tecnico- politico fa riferimento al Referendum Costituzionale del 2006 che vide una netta affermazione del NO: alla guida dell’esecutivo vi era il centro-destra guidato da Silvio Berlusconi che nel corso della XV legislatura varò una riforma costituzionale che consisteva, nei punti più criticati, nell’aumento sensibile dei poteri del Premier e l’aumento del numero dei Giudici della Corte Costituzionale eletti dal Parlamento.

Questa riforma è il crepuscolo del parlamentarismo, così come fu delineato dai nostri padri costituenti: Renzi lancia questo referendum come un plebiscito, ma si dimentica che in gioco c’è la Costituzione del nostro paese.Si rischia un passaggio dalla democrazia all’oligarchia, si distruggono i corpi intermedi e inoltre si trasforma il Senato della Repubblica in una camera di nominati, che serve solo a far avere ai consiglieri regionali l’immunità parlamentare. Questa legislatura va avanti a colpi di fiducia e di emendamentoni: ora è più che è mai è importantissimo essere uniti e vincere questo referendum” conclude così Russo Spena, tra l’entusiasmo generale.

Alla fine della conferenza, dopo un lungo dibattito fatto di costruttivi interventi dei presenti in sala, Giovanni Russo Spena ci ha rilasciato in esclusiva queste dichiarazioni:

Crediamo fortemente che il vero spirito costituente sia il nostro, risiede nel NO secco questo a referendum,siamo convinti che il popolo sarà con noi e capirà che questa legge vuole segnare il passaggio dalla democrazia alla forma oligarchica. Siamo contro l’autoritarismo e siamo convinti che la gente comprenderà le ragioni del nostro NO.Io penso che questo sia un importante banco di prova di dialogo per tutte le forze presenti a sinistra del PD, che devono per forza cooperare tra loro per la vittoria del NO: una prova che si terrà sui territori e che riguarderà tanti cittadini, la base per un partito di sinistra.La riforma costituzionale voluta da Renzi è la ciliegina sulla torta di un preciso schema politico: riguarda le strutture sociali e afferma la cultura dell’uomo solo al comando, si vuole costruire una società autoritaria in cui c’è una scuola classista e con un mercato del lavoro volto sempre più al precariato“.

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