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Profumo di Nobel: misurata l’esistenza del bosone di Higgs

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Profumo di Nobel: misurata l’esistenza del bosone di Higgs

Nel 2009 l’Lhc (grande collisore di adroni) entra in funzione presso il Cern di Ginevra ed è il più grande esperimento creato dall’uomo; con i suoi 14 km di lunghezza, con l’obiettivo di conoscere e di scoprire i più reconditi misteri dell’universo, tra questi quelli di conoscere di cosa è fatta la materia oscura delle galassie.

Molti degli elementi che discendono dall’idrogeno e dall’elio (ovvero oltre 70), si sono originati all’interno delle stelle. La conoscenza della materia oscura e delle origini dell’universo ha sempre affascinato gli scienziati, la misurazione e quindi l’esistenza della “Particella di Dio” ovvero il bosone di Higgs, apre a scenari che scienziati del calibro di Einstein avevano provato solo ad immaginare.

Le dimensioni in gioco sono davvero microscopiche basti pensare, che un metro è 100 cm , un micron è 1000 volte inferiore ad un millimetro mentre un Gev è più piccolo di un protone. Il Gev serve a misurare tutte quelle particelle che sono state scoperte nel corso degli anni, come i quark, i muoni, ed altre ancora di cui la Particella di Dio è progenitrice, misurando 126,5 GeV quindi inferiore di 126 volte della massa di un protone.

La scoperta di questa particella fu ipotizzata per la prima volta nel 1964, mentre il suo ideatore passeggiava per le colline scozzesi, avrà impatti inimmaginabili in futuro, basti pensare, che il computer deve molto alle intuizioni di Einstein è infatti una macchina quantistica, basando le sue operazioni su calcoli dovuti all’elettronica.

La scoperta di questa particella apre le porte a quella Teoria delle Stringhe che prevede 26 dimensioni (contro le 4 conosciute: altezza, profondità lunghezza, spazio-tempo ), spiegando quello che Einstein incessantemente cercò di scoprire prima di morire: una teoria che spiegasse tutti i fenomeni naturali, non riuscendoci spianò la strada alla meccanica quantistica e alle sue leggi che giocarono un ruolo fondamentale per lo studio dei neutrini.

I neutrini sono delle particelle “dispettose” in quanto molto difficili da rilevare e con questa scoperta il mondo si è fermato a sognare. Le prime rilevazioni, dimostrarono che i neutrini erano più veloci della luce e che quindi la teoria della relatività ( di cui la famosissima formula E= mc2 è protagonista di tanti film di fantascienza e di libri di divulgazione scientifica) poteva essere superata. Ulteriori misurazioni in ogni parte del mondo hanno dimostrato il contrario, pur non essendo più veloci della luce e non trovando prove questa ipotesi rimane valida.

Infatti uno scienziato di nome Glashow ha ipotizzato, che effettivamente queste particelle fossero più’ veloci della luce un attimo prima di venire misurate, rendendo la Relativita’ valida in alcuni ambiti, in quanto Lhc seppur potente non dispone di strumenti ancora adatti. Con la scoperta del suo bosone, Higgs è di fatto già  prepotentemente in pole position per il Nobel.

 

Antonio Aliberti

Fonte immagine in evidenza: http://www.meteoweb.eu/2012/07/scoperta-della-particella-di-dio-peter-higgs-mai-stato-cosi-felice/142203/