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Perché i giovani in Italia non riescono a trovare lavoro?

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Perché i giovani in Italia non riescono a trovare lavoro?

In Italia, il mercato del lavoro registra forti disuguaglianze in termini di età, genere, area geografica e titolo di studio e a penalizzare fortemente le persone in cerca di un impiego sarebbe soprattutto il dato anagrafico, unito alla mancanza di titoli di studio e competenze adeguati a rispondere alle richieste dei datori di lavoro

L’Italia è il primo paese in Europa nel quale i giovani tra 18 e 24 anni non studiano né lavorano, cinque su dieci studenti iscritti all’università non completano il percorso di studi, e scarseggia la formazione professionale. La disoccupazione è dovuta per la maggior parte alla crisi economica che ha tagliato le gambe al sistema produttivo dello stato.

I canali di supporto alla ricerca del lavoro sono inadeguati. Le scuole non sono supportate in maniera adeguata dallo stato e non sono adeguatamente messe in contatto con le aziende che dovrebbero accogliere i giovani una volta terminati gli studi. Inoltre, molti studenti completano il percorso di studi con anni di ritardo che variano all’incirca da uno e dieci anni rispetto al percorso regolare. Ciò significa che mediamente un giovane italiano si laurea all’età di 27 anni ed entra a far parte del mondo del lavoro a 32 – 33 anni, mentre un giovane britannico ha completato il suo percorso universitario da dieci anni, considerando che gli studi vengono terminati intorno ai 22 anni.

Cervelli in fuga

I giovani italiani spesso sono costretti a migrare all’estero pur di non rimanere disoccupati, se rimangono in Italia accettano lavori per i quali non hanno studiato. L’emigrazione di giovani laureati, i cosiddetti “cervelli in fuga”,  rappresenta indubbiamente una perdita per il Paese, fattore che contribuisce a un impoverimento del sistema produttivo.

I migliori studenti italiani che hanno completato i loro studi all’estero preferiscono non rientrare in patria poiché ritengono di non poter ricevere offerte lavorative adeguate agli studi conseguiti. In Italia, le condizioni lavorative non sono, in effetti, incentivanti: gli stipendi sono bassi anche per chi ha alle proprie spalle un percorso di studi eccellente e le possibilità di crearsi una carriera sono pochissime.

Occupazione femminile

In alcuni Paesi le donne non sono libere di uscire da sole di casa, questo problema è quasi assente in Italia, ma purtroppo molto spesso sono proprio le donne ad avere più difficoltà a trovare un lavoro. L’Italia dunque non è un paese per donne che lavorano. Le donne manager nel Bel Paese sono molto poche rispetto al resto d’Europa, non solo, quando trovano un lavoro molto spesso è al di sotto delle loro capacità, o del titolo di studio che possiedono.

Lavorare e avere una famiglia è uno degli obiettivi delle donne di oggi, ma spesso questi desideri non sono compatibili in Italia ed è per questo che sempre un numero crescente della popolazione si rivolge al mondo del lavoro online che può essere svolto dalla propria abitazione. 

In Italia le donne che hanno figli sono penalizzate e per questo rinunciano spesso alla carriera lavorativa o a cercare un impiego. Inoltre, le donne italiane in media dedicano cinque ore al giorno alla cura della casa e della famiglia o alla cura dei genitori anziani a differenza di altri Paesi europei in cui le ore dedicate a tali servizi sono molto minori.