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Penta, piccolo borgo tra tradizione e progresso

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Penta, piccolo borgo tra tradizione e progresso

13 maggio 2014

 L’origine del nome Penta deriva dal greco pente, che corrisponde al numero cinque, quante erano le porte che introducevano al paese, che corrispondono ai nomi di Porta Coeli, Porta di Capo Penta, Porta S.Rocco, Porta Lauria e Porta Penta di basso

[ads1] È un’ipotesi suggestiva questa, ma non la più accreditata. Ce n’è infatti un’altra, che attribuisce l’origine del nome alla conformazione geografica, intendendo penta, dal còrso, come “parte scoscesa di colle”; ed è riscontrabile analizzando l’orografia del territorio che, già dall’antichità e in numerosi documenti, è spesso suddiviso in Capo Penta e Penta di basso. Un sito in pendenza all’estremità di Lancusi e ai piedi di Fisciano, Penta è la seconda frazione più popolosa del capoluogo, con i suoi 1500 abitanti.

Il paese sorge nella zona collinare della Valle dell’Irno, situato a 260 m sul livello del mare.

Il cuore è il Centro Storico, caratterizzato da vicoletti ed arcate; è da qui che si sviluppa gran parte del centro abitato e degli esercizi pubblici e commerciali. Ma, salendo in collina, verso la contrada di Capo Penta, si trovano antiche abitazioni, fino ad arrivare alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Proprio in questa zona, chiamata Migliano, un nuovo quartiere, da circa dieci anni, ha ingrandito ulteriormente la popolazione e le dimensioni urbane del Paese. Un’altra contrada che si accosta a Penta è Mesanole, a metà strada fra l’Università degli Studi di Salerno ed il centro del paese.

I primi insediamenti in questo territorio sono molto antichi, dovuti soprattutto alla presenza di corsi d’acqua e sorgenti. Ma il primo documento nel quale è menzionato risale al 1011, col nome di lapenta, nel Codex Diplomaticus Cavensis, dal quale scaturisce che Penta e Fisciano facevano entrambi parte del gastaldato Longobardo di Rota, l’attuale frazione Curteri di Mercato San Severino, sotto la giurisdizione del Principato di Salerno. Il documento in questione era un contratto di fitto di terre che attribuiva Penta ai possedimenti rotensi. Si trattava di un possesso più politico che di fatto, come accadeva anche per gli altri luoghi del Principato. Veri proprietari erano le Chiese salernitane e ciò si evince da un documento del 1048 nel quale è riportato che Penta apparteneva ai monasteri di Santa Sofia e Sant’Angelo de Puteo di Salerno.penta

Penta acquisì importanza, tanto da divenire, con Mercato, Acquamela e Calvanico, quartiere territoriale, raggruppando altri casali. Ciò è dovuto allo sviluppo economico e rurale del Paese, che registrava numerosi serraturai, calzolai, tessitori e tintori.

Una rilevante funzione religiosa, fu svolta dai Verginiani. La loro presenza influì molto sulla coltivazione di erbe medicinali e sulla costruzione di opifici. Tanto più che nel XIV secolo Penta divenne uno dei centri più importanti della Congregazione.

Al periodo Medievale, invece, risalgono le Chiese di Santa Maria delle Grazie, a Capo Penta e di S. Bartolomeo a Penta di basso; e se ne ha conferma dalla relazione sulla riscossione delle decime pontificie del 1309. Di Penta medievale, però, si conservano scarne notizie.penta

Invece, nel periodo Aragonese il borgo acquisì notevole importanza, per la presenza dei notai Paolo de Ansalone e Masullo de Riccardo e perché ospitò la Principessa Marina d’Aragona, zia del futuro re di Spagna, Carlo V. Ed anche a questo periodo risale la costruzione di diversi palazzi adibiti alla corte e ad ospitare delegazioni diplomatiche.

Un’epoca buia però si ebbe a partire dal 1583, quando Penta, insieme ad altri casali dello Stato di San Severino, fu venduta prima al Duca di Nocera e poi ai Caracciolo. E un’altra pagina nera della storia pentana riporta al 1656, anno in cui il casale fu colpito da una gravissima pestilenza. Ma proprio in quell’anno si diffuse il culto di San Rocco che ancora oggi è celebrato e festeggiato come Santo Patrono di Penta.

Con la fine del XVIII secolo, Penta rivestì un ruolo di primo piano negli eventi della Rivoluzione del 1799. Fino al decennio Francese, si ritagliò un ruolo politico e amministrativo di spicco per l’intera Valle dell’Irno, attestandosi tra i casali capofila dello Stato di San Severino. Solo con la riorganizzazione del Regno di Napoli, Penta divenne frazione di Fisciano.

Oggi Penta, nonostante sia una piccola frazione, è una comunità molto attiva e con un forte spirito di appartenenza tramandato di generazione in generazione. Sono tanti i giovani che promuovono attività sul territorio conservando le antiche tradizioni. Oltre alla festa patronale di San Rocco che si celebra in agosto, vi si svolgono alcune manifestazioni famose in tutta la provincia di Salerno: la sagra della “Mulignana cu’a ciucculata”, pietanza tipica di queste zone e la “Festa della salsiccia” che si tiene nel parco Vallecara, oasi naturalistica del territorio.

Penta sfrutta la sua vicinanza al campus di Fisciano: fino al 1998 ha ospitato infatti la Facoltà di Farmacia. Inoltre a Penta è presente lo Stadio Comunale “Pasquale Vittoria” che ospita numerosi eventi sportivi e diverse squadre di calcio.

Un piccolo borgo intriso di storia che si proietta nel futuro conservando la tradizione. [ads2]