A Vietri si è concluso il cerchio di un progetto architettonico cominciato nel ’54 dall’estro creativo di Paolo Soleri: architetto di fama internazionale e artista dall’animo innovativo
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Sono passate poche settimane dall’inaugurazione dell’opera ideata dall’architetto italo – americano Paolo Soleri nel 1954 e che solo ora, a distanza di poco più di due anni dalla sua morte, la Città di Vietri sul Mare ha l’onore di accogliere interamente.
Si tratta di una scultura in cemento armato alta sette metri alla cui estremità sono poste delle campane di bronzo, prodotte presso le fonderie di Arcosanti in Arizona.
L’opera è la realizzazione di un progetto cominciato nel lontano 1954 dallo stesso Paolo Soleri, sotto l’incarico della famiglia di ceramisti Solimene di creare una nuova fabbrica.
La scultura in cemento non ha, però, riscontrato particolari consensi da parte della cittadinanza. Complice, probabilmente, il periodo storico in cui viviamo, destabilizzatore spesso della tranquillità quotidiana, la crisi economica ma forse anche d’identità e il desiderio di veder impegnata l’amministrazione per il miglioramento dell’intera comunità, l’opera di Soleri non è stata apprezzata come avrebbe dovuto.
Molti i commenti negativi postati sui social da parte dei tanti che non hanno adottato l’idea estrosa del maestro italo-brasiliano. Non tutti sanno, però, che è stato proprio Paolo Soleri a creare la straordinaria facciata della ceramica Solimene, simbolo di una Vietri fiorente e ricca d’arte degli anni ’50.
Architetto di Torino, dopo diversi viaggi all’estero, Soleri decide di tornare in Italia e di fermarsi a Vietri per imparare tutti i trucchi dell’arte della ceramica.
Qui avviene l’incontro fortuito con la famiglia Solimene, da sempre in prima linea per la produzione di prodotti in ceramica della città e la richiesta di collaborazione.
Una sfida portata avanti con determinazione da Soleri: l’area a disposizione è stretta e lunga, ottenuta dallo sbancamento della roccia.Attento sia al luogo che a tutto il ciclo di produzione e lavorazione della ceramica, che nell’antica tradizione dei forni a legna si sviluppava in verticale dall’alto in basso, Paolo Soleri mette a frutto una pianta ogivale, snodabile.
Studia le tipologie costruttive e gli schemi distributivi funzionali su vari piani sovrapposti o su ripidi pendii.
La fabbrica, in sintesi, non è concentrata in un luogo ma in più luoghi contemporaneamente ed è unificata solo dai percorsi esterni.
Paolo Soleri reinterpreta questo ciclo e – ispirandosi al Guggenheim Museum di New York ed al piccolo Anderton Court Building, lo trasferisce non più all’esterno ma all’interno della costruzione stessa, illuminata sia dal lato che guarda verso il mare, da grandi vetrate triangolari, sia da un soffitto molto luminoso strutturato con solai a graticcio.
La struttura è una “foresta” di pilastri in cemento armato, la grandiosità della struttura, l’innovazione e la creatività dell’idea hanno reso l’opera di Soleri il simbolo di Vietri, della sua identità e della sua arte.
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