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Sulle tracce di monasteri femminili tra Sava ed Acquamela

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Sulle tracce di monasteri femminili tra Sava ed Acquamela

A Baronissi, durante l’incontro sul patrimonio storico-artistico della Valle dell’Irno, sarà presentata la ricerca sui monasteri femminili

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Il 15 aprile 2016, a partire dalle ore 1o, presso l’aula consiliare del Comune di Baronissi (SA), ci sarà un incontro studio intitolato “Sensibilizzazione alla Valorizzazione del patrimonio Storico Artistico della Valle dell’Irno” .
Monasteri verginianiIn questa occasione, verrà presentato un elaborato di ricerca intitolato “Monasteri Verginiani nella Valle dell’Irno. Tentativo per una identità del Convento dedicato alla Santissima Trinità di Baronissi già Casa Verginiana e della Chiesa di San Domenico di Guzman ad Acquamela già Convento dedicato ala Santissima Annunziata”, già presentato a Napoli in occasione della International Conference Diagnosis for Valorization and Conservation of Cultural Heritage e a Madrid presso la Universidad Complutense;
Il seminario si avvale del Patrocinio del Comune di Baronissi, della Pro Loco Diecimari, dell’AIES Associazione Nazionale Esperti Scientifici, dell’Ufficio IAT (Informazioni ed Accoglienza Turistica) di Baronissi, Artès (Turismo Esperienziale), del Liceo Classico Virgilio di Mercato Sanseverino, della Scuola Media A. Villari, Milord Del Regno (articoli per le Belle Arti, in Via Ferreria di Baronissi), dell’Università degli Studi di Salerno.
Introdurranno all’incontro studio sui monasteri femminili: Gianfranco Valiante, Sindaco di Baronissi, e Carmine Ingenito, Presidente della Pro Loco Diecimari. Presenterà Ciro Piccioli, Presidente AIES (Associazione Italiana Esperti Scientifici) e discuterà dell’argomento Stefano Esposito, Esperto in Catalogazione dei Beni Archivistici e Librari.
 
L’obiettivo dell’incontro sarà quello di rintracciare attraverso le fonti, la presenza nella città di Baronissi in provincia di Salerno e precisamente nelle due frazioni denominate Sava ed Acquamela, dei monasteri femminili francescani.

I testi della Prof.ssa Maria Pia Alberzoni (Professore Ordinario presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, Sede di Milano Dipartimento di Storia, archeologia e storia dell’arte), incentrati sulla nascita e la diffusione degli ordini religiosi femminili hanno contribuito a fare luce sulla Casa Verginiana sita in località Monticello, nel comune di Baronissi e sul Monastero dedicato alla Santissima Annunziata di Acquamela

Inoltre, altra finalità dell’elaborato, è quello di ricostruire l’identità della Badessa Agnese, personalità influente nel territorio della Valle dell’Irno della quale già Padre Placido Tropeano ebbe modo di occuparsene nel suo testo “Montevergine nella storia e nell’arte”.

monasteri femminiliÈ stato possibile dedicarsi ad una serie di confronti, tra i quali quello tra la Madonna Lactans della frazione di Aiello di Baronissi sulla facciata della Chiesa di San Pietro Apostolo e la Madonna del XIII secolo nella Basilica di Santa Prassede, Roma.

Ecco un inedito documento di Padre Costantino Nappo che ci fa scoprire qualcosa di più sui monasteri femminili:

L’evoluzione alla quale andò incontro la forma di vita religiosa, intorno ai primi decenni del XIII secolo, fu già messa in evidenza dal Grundmann che, in merito all’argomento, evidenziò in particolar modo, il Papato Innocenziano, nel corso del quale venne data maggiore considerazione a quello che venne definito “movimento religioso femminile”.

Padre Costantino Nappo in un saggio intitolato “IL CONVENTO FRANCESCANO DELLA SS. TRINITÀ DI BARONISSI DERIVA DALLA OMONIMA CASA VERGINIANA DI SAVA?” (di seguito riportato) sembrerebbe attestare la presenza di una Casa Verginiana, in quella che oggi è la frazione Sava, appartenente al Comune di Baronissi.

È noto ai lettori di questa «Rassegna», che nonostante le diligenti indagini compiute dai fratelli PP. Basilio e Angelo Pergamo poco nulla si sa sulle origini del convento francescano della SS. Trinità di Baronissi. Recentemente, in seguito alla pubblicazione del Regesto delle pergamene dell’archivio di Montevergine e dell’opera «Salerno Sacra», uno studioso pubblicando dei documenti inediti riguardanti il suddetto convento, affacciava l’ipotesi che il convento stesso potesse considerarsi la continuazione dell’antica casa priorale verginiana esistente a Sava sotto il titolo della Santissima Trinità.

L’ipotesi, bisogna convenirne è molto suggestiva: a Baronissi o Sava di Baronissi che dir si voglia, si sarebbe rinnovato il gesto di cordiale generosità compiuto dai benedettini ad Assisi con la cessione della Porziuncola dedicata a San Francesco […].

Dal n°4840 del Regesto delle pergamene dell’Abbazia di Montevergine apprendiamo che, in data 12 maggio 1538 «Antonio Pandella, vescovo di Lesina e abate “seu abbatis locum tenens” di tutta la Congregazione di Montevergine, essendo vacante il priorato e la casa priorale del casale di Saba, nelle pertinenze della terra di San Severino sotto il titolo della SS. Trinità, per la morte di fra Luigi Pettigrini da San Severino…essendo stato presentato fra Pomponio de Petronio da San Severino, monaco di Montevergine…col consenso dell’egregio notaio G. Berardino Simeone…e da altri, che avevano il diritto di presentare il priore di quella casa, egli credendolo idoneo a quell’ufficio, accondiscende alle preghiere e lo conferma priore con tutti i poteri inerenti alla carica».

In verità, se vivo è il ricordo dei Verginiani a Penta, frazione del comune di Fisciano, dove l’antico monastero ancor oggi si erge maestoso e testimonia eloquentemente del glorioso passato, non altrettanto può dirsi della casa priorale di Sava, di questa non è rimasta me moria alcuna, a tal punto che riesce impossibile persino stabilirne il sito.

Che cosa di essa conosciamo?

Offriamo agli studiosi il frutto delle ricerche condotte nell’archivio della Real Casa dell’Annunziata in Napoli, della quale la Congregazione di Montevergine dipese dal 1515 al 1588 .

Dagli atti dei capitoli e delle visite generali, conservati in questo archivio, la casa priorale di Sava risulta già attiva dal 1517, anno in cui è priore fra Mauro de Gayano da San Severino.

L’incontro del 15 aprile, con fonti e ricerche ,vuole confermare le tracce di una presenza sul territorio di monasteri femminili.

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