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Mario Scarpitta ospite di “C’è chi dice no” a Cilento TV

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Mario Scarpitta ospite di “C’è chi dice no” a Cilento TV

Nell’ottava puntata del format di Cilento TV, ospite Mario Scarpitta. Un fiume in esondazione. Il consigliere di opposizione argomenta sul tema delle opere pubbliche e in particolare sul “Centro sociale polifunzionale” alla frazione Marina: “La verità è che ognuno di noi racconta la sua verità”.  E inoltre Turismo, Parco Nazionale e questione Tributi

[ads1]Per l’ottava puntata di “C’è chi dice no”, ospite negli studi di Cilento TV, Mario Scarpitta, imprenditore locale e consigliere di opposizione della lista “Un’altra Camerota”. Il suo è un ritorno in tv dopo 4 anni di assenza, dovuta a suo avviso, proprio alla carica politica che ricopre: “…la vera opposizione a questa amministrazione”.

Infatti  ha voluto subito precisare alcune cose in merito al ruolo della TV locale. E senza peli sulla lingua, ne denuncia un ruolo quasi istituzionale, con il controllo dell’informazione da parte dell’attuale Giunta. Vero che Cilento TV ha un contratto con l’ente, per una serie di servizi che vanno sicuramente remunerati – la ripresa dei consigli comunali – ma poi c’è l’informazione, della quale ne rivendica la veridicità e la neutralità. Oltretutto il pagamento di tali servizi, sottolinea, è avvenuto con soldi dei cittadini e non con quelli dei politici. In ogni caso entusiasta di questo volto nuovo che la proprietà sta imprimendo all’emittente, auspicando sempre, dal canto suo, ad un profilo alto dell’informazione. La comunicazione non deve essere mai strumentalizzata.

A seguito di questa precisazione, il conduttore Giandomenico Petrillo indirizza la discussione sul tema caratterizzante della puntata, ossia le opere pubbliche, ed in particolare sul Centro Sociale Polifunzionale che si sta completando a Marina di Camerota. Un’opera che a Mario Scarpitta  sta a cuore, visto anche il suo impegno profuso nel sociale e nello sport con l’associazione “Tuttinsieme”, del quale ne è anche il presidente. Infatti, e gli va riconosciuto, fu lui il primo ad attivarsi nel 2009 con la citata  associazione, facendo accendere i riflettori su quest’opera incompiuta, incustodita ed abbandonata verso un’inesorabile declino.

Su quest’opera, conosciuta dalla popolazione come “palazzetto dello sport” ci sarebbe da dire tanto. I lavori, non ultimati, e fermi per 7 anni in quanto opera abusiva, per due motivi: primo perché non completata entro il termine per il quale aveva validità il permesso della Soprintendenza, in merito al vincolo paesaggistico, visto che andava prolungato; secondo perché realizzata in parziale difformità rispetto al progetto originario. Opera  da abbattere dunque, attenendoci alle prescrizioni legislative. Se nonché l’amministrazione Romano, che già in campagna elettorale ne annunciava l’intento di ultimarla, per vie straordinarie e grazie ad un decreto a firma del Ministero dei Beni Culturali, riesce ad ottenerne il nulla osta volto al suo completamento.
Il 18 Novembre 2015 riprendono i lavori, di cui il primo lotto va consegnato all’inizio di Marzo, mentre per il completamento definitivo dovrà attendersi il 25 Luglio. Per Scarpitta, proprio in merito a questi nuovi lavori, la discussione va sviscerata nella sua interezza, anziché focalizzare l’attenzione solo sulla ripresa degli stessi. “La verità è che ognuno di noi racconta la sua verità”. Constata, inoltre, che solo perché vuole scoprire certe cose, viene etichettato come colui che non ha a cuore il completamento del palazzetto. Per disporre di parte della documentazione inerente l’opera in questione, ha impiegato circa due anni, ottenendo una documentazione parziale, di cui buona parte custodita non nell’ufficio tecnico comunale ma in quello del progettista e direttore dei lavori, l’ing. Salvatore Quinto.

 L’imprenditore fa notare che alla recente ripresa dei lavori non si è ripartiti da dove gli stessi si erano interrotti, ma si sono resi necessari alcuni passi indietro. Non una semplice sostituzione della copertura in legno lamellare – nel frattempo marcita – ma una serie di interventi di abbattimento, anche consistenti, che hanno riguardato principalmente l’abbassamento di quasi un metro e mezzo dei pilastri in cemento armato che reggono la copertura. Da ciò si evince la parziale difformità di quanto realizzato rispetto al progetto. Quote non rispettate e realizzazione di cubatura in più. Un nuovo progetto dunque, una nuova copertura, constata con stupore Scarpitta. In realtà la vera copertura è questa che si sta montando ora, la famosa “onda” come fu  battezzata allora.

In questa vicenda, con carte alla mano, Mario giunge al nocciolo della questione. Il suo interrogativo nasce dalla visione di un documento datato 29 Maggio 2009, con il quale la ditta che ha realizzato il centro polifunzionale illustra lo stato di avanzamento dei lavori e dei pagamenti. Fra una serie di lavori elencati risalta all’occhio la voce “completamento e trattamento ignifugo del tetto”. Lavori per i quali la medesima ditta ha beneficiato, in quattro rate, di cui l’ultima l’11 Marzo 2009, della cifra di euro 1.048.000. Opere che però, guardando il reale stato di avanzamento a quella data, non sono state  realizzate del tutto.

Situazione vergognosa. Con carte alla mano, dunque, il “giustiziere” Scarpitta individua finanche un responsabile di questo scempio: il già citato Ing. Salvatore Quinto, il quale anziché esser accompagnato a calci nel cantiere – personale gogna mediatica di “Mariolino” – è stato addirittura “premiato” dal Sindaco Romano. Difatti il tecnico lo scorso Luglio presenta il conto, anzi un acconto, per i servizi resi al Comune di Camerota: una parcella di euro 55.485,00, liquidata con celerità.

Una vicenda che ha dell’incredibile, dunque, ma che sembra avviarsi ad un epilogo. Ora quello che conta è che venga completato e consegnato agli aventi diritto, ossia i cittadini di Camerota. Nonostante l’enorme ritardo e l’aumento dei costi di costruzione.

Esaurito l’argomento Centro Polifunzionale, il dibattito, circoscritto sempre all’argomento opere pubbliche, vira sulla questione porto. Infatti un’area del perimetro portuale è interessata da alcuni lavori di adeguamento funzionale, mentre nel terrazzo del mercato ittico  -di recente costruzione – si sono resi  necessari già lavori di manutenzione straordinaria, per questioni di impermeabilizzazione ed umidità.

Ed anche in merito al porto l’affondo di Mario Scarpitta è inequivocabile. “Il porto di Marina di Camerota è lo specchio della disorganizzazione e della mancanza di lungimiranza e progettualità, che si doveva avere per costruire intorno ad un porto turistico, come quello di Marina di Camerota, il braccio armato sul quale doveva poi girare il progetto turistico che doveva riguardare Camerota intera”.

Ha ragione Scarpitta asserendo che non dovremmo chiamarlo porto, ma una sorta di polo aggregativo di smistamento e congestionamento di più servizi. Vanno fatte scelte precise per questa importante infrastruttura, delocalizzando i servizi che sono in conflitto con la reale vocazione dell’area portuale, che dovrebbe essere senz’altro quella turistica. Ed in merito ai servizi ed alla gestione degli stessi esige una regolamentazione.

Vantando origini da muratore, fa notare come i lavori che hanno interessato il terrazzo del mercato ittico siano stati eseguiti in maniera errata. Però, da buon imprenditore, esalta le potenzialità di questa location, da sfruttare in pieno. Per i lavori tutt’ora in corso, nel piazzale antistante il distributore di carburanti, manifesta tutto il suo disappunto. Verosimilmente quest’area sarà adibita ad un mini cantiere nautico, per la messa a punto delle barche: scelta conflittuale se si vuole disporre di un porto turistico.

La discussione continua ancora sul tema delle opere pubbliche, ma assumendo un carattere più generale e non specifico come per quelle già esposte. E nella sostanza Scarpitta fa notare – non è il solo che lo pensa fortunatamente – come a Marina in estate si vive male. E questo per una mancanza di opere pubbliche commisurate agli abitanti ed ai relativi servizi di cui necessitano. E questo gap è il prezzo che noi paghiamo per le scelte – politiche – errate degli ultimi 30 anni. Ora diventa difficile anche delocalizzare, poiché il suolo disponibile scarseggia. Dove dovevano esserci parcheggi ed infrastrutture oggi ci ritroviamo case – seconde, terze… – residence e villaggi. Adesso urgono soluzioni definitive, in ogni caso più difficili da ricercare.

Altro aspetto è che le poche opere esistenti sono ormai fatiscenti. E Scarpitta allude alle reti idrica e fognaria, alle scuole, ai campi di calcio ed alla emergenza cimiteriale. Ed in tal ottica l’affondo all’attuale maggioranza è palese. Infatti da coloro che definisce “i politici con il marchio di politico per professione” sente sbandierare, da anni, milioni di euro di finanziamenti da investire nella realizzazione di opere pubbliche. Ma opere funzionanti o consegnate alla cittadinanza non ne vede. Invece, nota solo tanto fermento, per accaparrarsi  il finanziamento di turno, volto poi per  deliberare, determinare ed indi spendere senza guardare al come ed al perché. Un “modus operandi” frammentario e disorganizzato. Forma che andrebbe approfondita.

Nell’ultima parte della trasmissione emerge il carattere imprenditoriale di Scarpitta. Alcune considerazioni in merito all’aspetto turistico. Considerazioni che andrebbero condivise da tutti. Un invito a non mettere la testa sotto la sabbia, come le tartarughe (importanti pure esse), ma di disporre di una visione reale delle cose, che esule da visioni futuristiche ci faccia essere critici verso le cose che non vanno, per poi  risolverle celermente.

Camerota esercita un grande fascino ed una potente attrazione, ma bisogna essere onesti sul fatto che non dispone dei servizi che i turisti si aspettano. Attualmente le eccellenze sopperiscono alle lacune, ma nel lungo periodo non si può essere competitivi. E negli ultimi 3 anni il boom di presenze nel nostro territorio è dovuto soprattutto ad aspetti estrinsechi, scaturiti da una fortunata concomitanza di fattori. Prima fra tutte l’implosione del Nord Africa con i relativi conflitti.

Di natura diversa, e non condivisibili, le esternazioni in merito al Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Vede il PNCVD come un grande vincolo e non un’opportunità. “Abbiamo le due spiagge più belle d’Italia, due donne che non possiamo toccare”. E meno male che non si possono toccare, altrimenti sarebbero state denudate e violentate. Sicuramente le abbiamo ereditate, con il loro carattere virginale, dai nostri nonni, ma proprio su quelle due spiagge ritengo che qualche limitazione impostaci sia sacrosanta.

Sulla questione della riscossione dei tributi, affidata di recente ad una ditta esterna, Scarpitta, manifestando il suo disappunto, coglie l’occasione per affondare un’altra stoccata alla maggioranza. Le tasse nel Comune di Camerota sono elevate e, precisa, che questo aspetto è dovuto ovviamente non alla società che opererà, ma alla gestione amministrativa scellerata degli ultimi anni, la quale ha provocato un indebitamento incredibile dell’Ente, portandolo al pre-dissesto finanziario. Il suo pensiero va alle molteplici famiglie che non pagano le tasse, perché non in grado di poterlo più fare. Da ciò le sue perplessità, visto che tale società è un’azienda e che come tale guadagna solo se recupera. Da ciò  la sua preoccupazione di trovarci di fronte a degli esattori.

Di  questa vicenda non ne condivide neanche le modalità di incarico: al quarto anno di mandato un impegno di nove anni, vincolando in tal modo tre amministrazioni. Inoltre ritiene che tale scelta è contraddittoria, visto che l’Amministrazione si avvale della figura di un Capo Gabinetto che avrebbe dovuto riorganizzare gli uffici comunali e renderli efficienti. E, tenendo conto anche delle recenti assunzioni di giovani, con svariate funzioni, in detti uffici, questa sua critica va a rafforzarsi. Inoltre menziona il famoso “Progetto Obiettivo” di dieci anni fa – quando il Sindaco Romano era Assessore al Bilancio – volto ad una riscossione interna dei tributi. Un’esperienza fallimentare, tristemente ricordata non per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, ma per le indennità, non dovute, corrisposte ad alcuni funzionari pubblici del Comune di Camerota.

L’epilogo dell’ottava puntata è dedicato alle future elezioni amministrative, che tra un anno richiameranno i cittadini di Camerota alle urne. E se pur in via non del tutto ufficiale, Mario Scarpitta ne rivendica un ruolo da leader. Un progetto da condividere con tutti gli attori che ne vogliono far parte, ma in maniera seria e sincera. Disponibilità a parlare con tutti, ma con  idee chiare. Magari anche con un contratto scritto sul da farsi, poiché con il destino che la gente ripone nelle mani di chi amministra ci vuole un forte senso di responsabilità.
Necessaria dunque, nella sua ottica, la nascita di una lista che trovi sostruzioni in un progetto e non in nomi e voti. Altrimenti si ritorna alle consuete “minestre riscaldate”, che hanno caratterizzato le ultime due tornate elettorali. Dunque un invito alla responsabilità, peculiarità che dovrà caratterizzare anche gli elettori, perché a suo avviso anche loro, spesso, hanno sbagliato. La politica ha creato sicuramente dei mostri, ma gli elettori li hanno allevati.

E su questo non ha torto, poiché ogni popolo ha il governo che più gli si addice. [ads2]

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Laureando in architettura, Flaneur e fotografo. Nel 2004 vince il concorso fotografico "Spalle al mare" indetto dalla Feltrinelli di Napoli. Al suo attivo le mostre fotografiche "Altrove che quì" (IX meeting del mare, Marina di Camerota 2005), "Scelte di vita" (Expressioni, Lacco Ameno-Ischia 2005). Partecipa ad A.GA.T.A. con 2 retrospettive di cui cura personalmente anche gli allestimenti (Camerota, 2009, 2010). Per Edizioni dell'Ippogrifo è autore delle foto dei libri "La nuova Cucina di Napoli" di F. Aiello (2013) e "Sorbillo La pizza di Napoli" di F.Aiello (2014). Nel 2014 una sua foto è pubblicata sul sito del TIME