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Marina di Camerota, svolta sulla morte di Simone Pandolfi

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Marina di Camerota, svolta sulla morte di Simone Pandolfi

Autopsia, indagini e dichiarazioni. Si sta ricostruendo la morte di Simone Pandolfi, il ragazzo avellinese trovato morto la scorsa domenica a Marina di Camerota, dopo una notte passata al Ciclope, nota discoteca della zona

simone pandolfiSimone Pandolfi, il ragazzo avellinese di 21 anni (non 19 come inizialmente affermato), è da diversi giorni, al centro di ogni discorso a Marina di Camerota e dintorni. Molti hanno espresso il rammarico, il profondo dolore e la tristezza per quanto accaduto.

Don Gianni Citro, ad esempio, che ha definito i giovani che entrano in quel luogo “Dei morti viventi”, dichiarando al “Giornale del Cilento”, la sua forte e fondata perplessità in termini di sviluppo nei confronti di quella struttura, con quel tipo di gestione.

Si parla spesso del “Meeting del mare” come il contenitore di droga e delinquenza, portando le forze dell’ordine a mobilitarsi e a circondare il territorio, mentre il vero problema, il vero dramma, si consuma all’interno di quella grotta adibita a discoteca, e in luoghi simili. Anche Antonio Troccoli, cittadino del Comune di Camerota, confida la sua totale condivisione con il discorso del parroco.

Dall’autopsia, condotta dal medico legale Adamo Maiese sul corpo di Simone Pandolfi, risulta che è deceduto per un edema polmonare, non è esclusa l’overdose, ma non è l’unica pista da seguire. Dalle dichiarazioni dei ragazzi che hanno trascorso la notte con Simone, sappiamo che uno di loro sia rientrato prima a Marina di Camerota, dove alloggiava in barca con il padre e dove avrebbero dovuto raggiungerlo gli altri con Simone. Proprio quest’ultimo è rimasto in discoteca fino al mattino insieme a un suo amico. Hanno entrambi perso i cellulari, non hanno avuto la possibilità di telefonare all’altro amico, come si erano accordati. Decidono di arrivare a Marina di Camerota a piedi e il tratto non è breve.

Il sole delle prime ore del mattino, già caldo, un corpo provato dalle ore di musica, dall’uso di sostanze stupefacenti come marijuana e hashish, questo è il quadro descritto dai ragazzi che hanno volontariamente scelto di testimoniare. Simone Pandolfi collassa un paio di volte, finché col suo amico arrivano a Marina di Camerota, qui si accascia di nuovo, quindi si chiamano i soccorsi. Su questi ultimi ci sono polemiche e risentimenti, accuse. Sono state contattate tre ambulanze, di cui la prima senza medico a bordo da Marina di Camerota, una seconda dalla Saut di Palinuro. Durante il trasporto la situazione peggiora, c’era bisogno di un’ambulanza adeguata per la rianimazione, ma i ritardi sono stati fatali.

Troppe le polemiche su questa vicenda. Appena viene alla luce una storia così tragica, incredibilmente vogliamo tutti, stampa compresa, fare giustizia, denunciare e colpevolizzare. Si sa da sempre che i soccorsi hanno disagi, spesso per mancanza di fondi, altre volte per negligenza e incompetenza. Si sa già che l’ospedale San Luca di Vallo della Lucania non è una struttura completa e che ha già avuto problemi nei soccorsi repentini e/o di tipo “speciale”. Si sa che “Il Ciclope” è un luogo schifoso, dove si paga un biglietto verso la morte e meno male che molti ne escono più o meno illesi. Si sa che le forze dell’ordine non controllano come dovrebbero. Si sa che quando si parla di droga tutto diventa complicato e difficile da gestire. Tutti sappiamo quanto sia pericoloso quel luogo, perché annulla le coscienze e lo fa somministrando droga a dei numeri, non a dei ragazzi, perché  è questa la considerazione. L’Amministrazione avrà legami con l’organizzatore, questo è da verificare, ma è intuibile, dato che si tratta di un suolo pubblico.

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E poi questi ragazzi. Cosa li spinge a entrare lì dentro? Sembrano riflessioni scontate, moraliste, ma non lo sono. I ragazzi che conoscevano Simone e che hanno testimoniato, forse non sono così consapevoli degli effetti di queste sostanze che sembrano assumere con una certa leggerezza. Non si possono giudicare questi ragazzi né Simone Pandolfi, perché non sappiamo cosa lo ha spinto a entrare, cosa ha fatto in quella discoteca, i suoi motivi psicologici e sociali. Abbiamo solo un fatto, tragico, su cui meditare. Forse tutti gli incontri che si organizzano per divulgare le conseguenze delle sostanze stupefacenti, non sono mai abbastanza, e non sono superati, come a volte si crede. I giovani sono troppo distratti, poco attaccati alla vita, ma credono di riuscire a scamparsela sempre. È facile proferire sentenze da una scrivania, sentenziare su quanto accaduto. Anche questa, forse, è ipocrisia. Se la stampa, se le forze dell’ordine, se la comunità di Camerota e se l’Amministrazione intendono davvero rispettare la vita dei ragazzi e la loro giovinezza, allora “Il Ciclope” deve CHIUDERE. In tutto questo poi, occorre pensare e dare forma a delle diverse forme di intrattenimento, e trasformare questa terra incantata in un luogo di pace e di svago, di cultura e d’intrattenimento. Chi arriva non deve annoiarsi, ma stancarsi di fare troppo, avere l’imbarazzo della scelta. Le associazioni e i singoli cittadini devono mettersi in campo attivamente per sradicare l’inutile e “imporre” metaforicamente un cambiamento radicale di questi piccoli centri turistici del Cilento.

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Laureata in D.A.M.S presso l'Università di Udine, giornalista pubblicista, curo da un anno la rubrica ZONmovie con un bel gruppo di collaboratori. Cerchiamo di seguire gli interessi dei lettori, ma allo stesso modo vogliamo garantire i contenuti, sempre ben argomentati e fondati rispetto a ciò di cui parliamo. Analizziamo la rubrica in relazione all'arte, all'animazione americana e seguiamo le migliori serieTv e, con speciali dedicati, offriamo retrospettive sulle serie più attese. Inoltre, anche la nuovissima rubrica "Dal libro allo schermo" garantisce una pluralità di contenuti. Non solo. ZONmovie propone anche una sezione dedicata alla WebSerie, con appuntamenti settimanali.