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L’Irpinia dice no al petrolio

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L’Irpinia dice no al petrolio

L’Irpinia, polmone verde della Campania, potrebbe nascondere importanti giacimenti di idrocarburi. A ritenerlo sono diverse multinazionali del petrolio che hanno presentato, già nel 2002, richieste di perforazioni, a scopo esplorativo, in  un’area di 698.5 Kmq. La zona interessata comprende i comuni dell’Alta Irpinia e di parte del Sannio. Le trivellazioni dovrebbero cominciare a soli 350 m dal centro di Gesualdo, storico paesino di origini normanne immerso in una splendida zona collinare a 48 km da Avellino.

Per molti esperti e geologi diversi problemi potrebbero nascere proprio  per la posizione estremamente ravvicinata al centro abitato in un’area, tra l’altro, fortemente sismica.  Per il comitato ‘’No Petrolio in Alta Irpinia’’ riunitosi ieri a Torella de Lombardi, invece, trivellazioni di una simile portata potrebbero mettere seriamente a repentaglio l’ economia di quest’area basata sulla produzione di vino, grano, olio e frutta per non parlare poi del pericolo che correrebbero le ricche falde acquifere.

Pozzo petrolifero a Val d'Agri, in Basilicata

Sul piano della salute il timore è che tutto ciò possa irrimediabilmente devastare l’ambiente e l’ecosistema dell’area, come è già accaduto in Val d’Agri in Basilicata, all’interno di un’area ancora immune dall’inquinamento, con inevitabili ricadute sulla vita degli abitanti della zona.

L’ultima parola toccherà alla Regione Campania che dovrà decidere se concedere o meno i permessi alle aziende perforatrici.