Home Cronaca La camorra minaccia Metropolis, la solidarietà di Zerottonove

La camorra minaccia Metropolis, la solidarietà di Zerottonove

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La camorra minaccia Metropolis, la solidarietà di Zerottonove

È notizia di ieri. La camorra minaccia il quotidiano Metropolis, inviando in redazione una busta anonima, indirizzata al Direttore della Tv, Giovanni Taranto. Un messaggio intimidatorio; Poche righe definite dalla testata “sgrammaticate e cariche di insulti e minacce”, rivolte anche alle istituzioni intervenute negli studi di Metropolis e due proiettili calibro 7.65. Non è un caso isolato purtroppo. Eclatante alla fine dello scorso anno, fu il tentativo di un clan camorristico, che vietò la vendita nelle edicole del quotidiano, perché contenente la notizia del pentimento di un killer.

È la camorra, che si nasconde dietro un velo nero, gioca con la paura, vuole spaventare. Ma lotta contro la forza ed il coraggio di chi, da tempo,  si definisce impegnato in trincea in un territorio di malaffare e criminalità”. Metropolis continuerà a fare la sua informazione, a raccontare fatti e storie scomode, di affari criminali, interessi di clan e colletti bianchi che aleggiano sulle province di Salerno e Napoli.

Zerottonove è una testata nuova, che piano piano vuole crescere, seguendo esempi di trasparenza, informazione e coerenza. Noi, nel nostro piccolo possiamo solo imparare e, sempre nel nostro piccolo, siamo solidali con chi rappresenta un esempio da seguire ed imitare. Questo è un messaggio di sostegno e solidarietà per chi ogni giorno vuole scovare verità. E riporto, rappresentando l’intera Redazione, un messaggio del Direttore  di Metropolis TV, Giovanni Taranto, un messaggio di speranza.

In questi giorni, dopo l’arrivo in redazione della busta con la lettera minatoria e le pallottole, la domanda che viene rivolta più spesso a me e ai colleghi delle redazioni di Metropolis Network è: “…cosa farete adesso?”. Dire che non ci abbiamo ragionato sarebbe dire il falso. Ma dire che non conoscessimo la risposta fin da subito lo sarebbe altrettanto: andiamo avanti, ovviamente. Come al solito. Come sempre. Come ogni giorno. E non perché non ci sia scelta. Ma proprio perché c’è.