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La bellezza della Salernitana di Zeman

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La bellezza della Salernitana di Zeman
"Zdenek Zeman" by Nazionale Calcio (CC BY 2.0)

Tra i ricordi più belli dei tifosi granata, sicuramente trova posto la Salernitana targata Zdenek Zeman della stagione 2001/2002

In Campania il calcio è senza dubbio lo sport che più riflette l’essenza della gente, soprattutto dei giovani. Trovare dei ragazzi che per strada si divertono con un pallone è semplice e frequente.

È dunque per questo che alcune società di calcio della regione hanno fatto storia in questo sport. Esistono varie squadre campane che hanno scritto delle belle pagine di calcio a livello nazionale.

Tra esse vi è senza dubbio la Salernitana, che ha disputato il Campionato di Serie A nel 1947-1948 e nel 1998-99, tra l’altro in concomitanza con la retrocessione del Napoli in Serie B.

L’obiettivo della promozione in A è quello dell’attuale tecnico granata Stefano Colantuono, il quale è cosciente del potenziale della sua truppa. Fissa nelle zone alte della classifica della serie cadetta, la Salernitana torna a respirare la gloria di un tempo, specialmente di quando veniva allenata da un certo Zdenek Zeman.

Nella stagione 2001-02, infatti, il tecnico boemo prese le redini della squadra granata dopo una brillante idea dell’allora presidente Aniello Aliberti, che cercava un tecnico che potesse ridare lustro alla piazza attraverso un bel calcio.

Da sempre profeta di un 4-3-3 spregiudicato, modulo preso in prestito anche da una squadra favorita in Europa secondo le quote Champions come il Barcellona, l’allenatore ceco puntava tutto sull’attacco, con una linea di difesa molto alta e una tattica di passaggi misti tra l’orizzontale e il verticale per sfruttare tutti gli spazi possibili.

L’arrivo di Zeman fu salutato come una ventata d’aria fresca e i risultati si iniziarono a vedersi quasi da subito, nonostante le squadre allenate dal boemo fossero solite partire con calma per via degli impressionanti carichi di lavoro di inizio stagione. Il gioco fu fin da subito spumeggiante e avvincente, con una serie di azioni offensive vertiginose che davano brividi d’emozione ai tifosi che sedevano sulle gradinate dello stadio Arechi, che quell’anno si fece la bocca buona.

Il calcio totalmente all’attacco di Zeman era una motivazione sufficiente per andare allo stadio ogni domenica. A Salerno quell’anno si sentirono al centro del calcio campano, anche perché il Napoli, sconfitto nettamente in un famoso derby, non se la passava meglio in Serie B.

L’attacco composto da Fabio Vignaroli, Babù e Giorgio di Vicino, con questi due a fare il bello e il cattivo tempo sulle fasce, fu uno dei più prolifici della stagione, il terzo per l’esattezza dopo quelli di Empoli e Modena, due squadre che salirono in Serie A.

I 57 goal messi a segno dai granata, 20 dei quali da Vignaroli, furono il fiore all’occhiello di una squadra che nonostante non riuscì a tornare in A rese felice un’intera piazza, che rivisse con Zeman i grandi anni nei quali il suo allievo Delio Rossi l’aveva portata prima in B e poi in A con lo stesso modulo, quel 4-3-3 che passerà alla storia.

Chissà che Colantuono non possa addirittura migliorare quanto fatto da Zeman e riportare i granata nel massimo palcoscenico calcistico italiano.