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Kenny Barron, icona del pianismo jazz, si esibisce a Cava de’ Tirreni

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Kenny Barron, icona del pianismo jazz, si esibisce a Cava de’ Tirreni
Screen dal video YouTube "Kenny Barron - Well you needn't - Live from Leopolis Jazz 2019"

Martedì 12 novembre, al Jazz Club Il Moro di Cava de’ Tirreni, l’esibizione del noto pianista americano Kenny Barron. Appuntamento alle ore 22

Arriva Kenny Barron, jazzista e pianista di fama mondiale,  un poeta del pianoforte,  in esclusiva assoluta per la Campania, martedì 12 novembre alle ore 22.00 al Jazz Club Il Moro di Cava de’ Tirreni (Sa).

Kenny Barron, icona del pianismo jazz che vanta oltre 70 album pubblicati, alcuni di essi firmati con Jay Jay Johnson, Tom Harrell, Jack DeJohnette, Ron Carter e altri grandi nomi del panorama internazionale,  è tra i pianisti jazz più importanti del panorama attuale. Un vero e proprio maestro nel condurre lo strumento attraverso la sua storia e la sua letteratura in percorsi che tengano conto delle tradizioni senza rimanerne prigioniero, un  pianista appassionato di jazz conosciuto per l’estrema eleganza e limpidezza del suo tocco oltre che per la cultura profonda che gli permette di dominare il linguaggio pianistico moderno.

Il noto pianista americano, gigante della storia del jazz giunto al traguardo dei sessant’anni di carriera, ospite della rassegna MoroInJazz che si avvale della direzione artistica di Gaetano Lambiase, si esibirà in un recital di solo piano sul palcoscenico del locale del Borgo Scacciaventi.

La carriera

Nella sua carriera musicale, Kenny Barron ha suonato con James Moody, Dizzy Gillespie, Freddie Hubbard, Milt Jackson e Stan Getz del quale ha condiviso il periodo finale della carriera. A partire dal 1974, ha fondato e diretto diverse formazioni jazz, composte da eccezionali musicisti, registrando, come leader, oltre 40 album. Uno stile inconfondibile, un fraseggio elegantissimo e una predilezione per la musica brasiliana e latina, ne fanno uno degli artisti chiave del jazz dell’ultimo mezzo secolo.

La sua musica sgorga dal pianoforte rispettosa della lezione dei grandi del passato e, allo stesso tempo, fresca e creativa. Il piano solo diventa una maniera ulteriore per affrontare l’essenza più intima di questo discorso: le mani sapienti di Kenny Barron sono il modo più diretto per innescare un processo naturale e sempre in grado di raccontare come il jazz sia una musica in grado rinnovarsi prendendo le mosse dalle sue radici e dalle sua stessa storia.

Per anni Barron è stato membro, nonché fondatore, di Sphere, il quartetto dedicato, già a partire dal nome, alla musica di Thelonious Monk, il principale ispiratore, con Tommy Flanagan e Wynton Kelly, del pianista di Filadelfia. Non solo bebop moderno, però, nello stile di Barron, che unisce la predilezione per la bossa nova al jazz modale, la grande libertà armonica al rispetto per la tradizione. Un artista capace di muoversi, con assoluta padronanza, praticamente in qualunque contesto del jazz contemporaneo.

Vincitore più volte (l’ultima nel 2017) degli Awards come pianista dell’anno, il musicista, nato nel 1943 a Philadelphia, inizia la sua ascesa verso l’Olimpo del pianismo jazz negli anni ’60. Genio del be-bop, tecnica sopraffina, sperimentazione sonora e uso di inconsuete tessiture armoniche sono le caratteristiche che rendono il suo stile unico. Universalmente riconosciuto come uno dei maestri del jazz contemporaneo, Barron ha una capacità ineguagliabile di incantare il pubblico con il suo suono elegante, che racchiude una rara bellezza armonica e melodica dove prendono forma sorprendenti intrecci sonori e ritmi contagiosi.

A chi gli chiede come si sia avvicinato al pianoforte, risponde così: “C’era un pianoforte nella casa in cui sono cresciuto a Philly e ogni volta che il venditore di ghiaccio faceva una consegna si sedeva e suonava un po’. Credo sia stato questo l’inizio del mio amore per il pianoforte. Nella mia famiglia tutti dovevamo suonarlo e io ho iniziato a studiare musica classica in tenera età, a 6 anni. Una delle mie maestre è stata Vera Bryant, sorella di Ray Bryant e madre di Kevin e Robin Eubanks. Il jazz me l’ha fatto amare mio fratello maggiore Bill, sassofonista, che viveva a New York. Aveva 17 anni più di me, quindi non abbiamo potuto lavorare insieme fino alla mia adolescenza. Il mio primo concerto retribuito l’ho tenuto quando avevo 14 anni a South Philly. Bill mi aveva procurato questo lavoro in un cabaret e visto che ero ancora minorenne mio padre dovette venire a prendermi prima del coprifuoco”.