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Jelly, la nuova app che promette una social search a colpi di flash

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Jelly, la nuova app che promette una social search a colpi di flash

Nasce Jelly,  la “medusa” digitale firmata Biz Stone. Una nuova app che  permette di porre domande e ricevere risposte, sfruttando l’affascinante immediatezza delle foto.

 

”Ho fatto delle foto. Ho fotografato invece di parlare. Ho fotografato per non dimenticare. Per non smettere di guardare”. Daniel Pennac  nuova app

La fotografia si racconta,  senza parlare. Che sia un attimo rubato, un particolare oppure un sentimento essa riesce a catturarne l’essenza, trattenendola in sé per l’eternità. Immediata e  di grande effetto, la fotografia ha cambiato la prospettiva da cui guardiamo il mondo ed oggi rappresenta uno dei mezzi di comunicazione più utilizzati per esprimere noi stessi ed interagire con gli altri.

Una tendenza che non ha lasciato inermi i grandi nomi della technology internazionale. Nell’era dello Smartphone,  in cui regnano sistemi operativi all’avanguardia ed esiste una produzione infinita di apparecchi dalle prestazioni eccezionali, tutto è focalizzato in maniera opportuna, nulla è lasciato al caso e così anche l’affascinante mondo della fotografia viene “messo a fuoco”. Megapixel,  Optical Image Stabilizationflash allo xenoTimeShiftobiettivi grandangolari sono solo alcune delle caratteristiche offerte sul mercato. Scegliere uno smartphone dalla fotocamera, sembra essere l’ultima inclinazione dei nativi digitali e non solo. Per moda o per passione, la fotografia vive in simbiosi con l’uomo del terzo millennio ed è da questa constatazione che Biz Stone, co-fondatore di Twitter, partorisce la sua creatura: JELLY APP.

domande e risposte jelly

Jelly, letteralmente “gelatina”, si presenta come una simpatica medusa che mescola immagini e scrittura in una rete globale di interazioni.

In sostanza, Jelly costituisce un un servizio di social searching, sia in app che in sito, destinato ai possessori di dispositivi mobili che permette di porre domande su qualsiasi argomento e ricevere risposte, sfruttando il potere delle foto.

Un app, dunque, attraverso cui ci si informa e s’informa mediante foto.

Afferrato il concetto base, cerchiamo, ora, di capirne le modalità di utilizzo:

Dopo aver installato l’applicazione, disponibile per iPhone e per gli smartphone che usano Android, si collega il servizio ai propri profili Twitter o Facebook (uno dei due o entrambi). A questo punto, per inviare una nuova domanda basta cliccare sull’ icona in alto a destra della macchina fotografica, scattare una foto(volendo, si può evidenziare anche solo un piccolo particolare)  ed inserire la domanda , seguita, se necessario, da un link per spiegarsi meglio il quesito. Infine, si attende che qualcuno risponda.

Jelly si mostra come un’applicazione semplice dalla grafica spiritosa, facile da maneggiare, veloce ed immediata. 

Nella home  è possibile visualizzare le domande fatte dagli altri ai propri amici o formulate da uno dei loro contatti. Se non si conosce la risposta, o non si vuole rispondere, basta fare scorrere la scheda con la domanda verso il basso per farne comparire una nuova. C’è anche un sistema per accumulare biglietti di ringraziamento per le risposte date, cosa che almeno in teoria dovrebbe disincentivare la pubblicazione di risposte non pertinenti.

domande e risposte jelly

Il sistema di domande e risposte funziona solo tra gli utilizzatori di Jelly, ma i contenuti dell’applicazione possono essere pubblicati mediante gli altri social.

La deliziosa medusa di Stone, però,  non è certo la prima a proporre un sistema per fare domande e ottenere risposte sfruttando il sapere e la disponibilità degli altri utenti e molti criticano la poca originalità dei contenuti, partendo dallo stesso nome dell’applicazione che sembra sia un “plagio” di un termine utilizzato in precedenza da Google per una delle versioni del sistema operativo Android, più precisamente  “Jelly Bean”.

Insomma, non mancano dubbi e perplessità, per un progetto ambizioso che, d’altro canto, vanta anche solidi consensi, come le donazioni di Bono Vox e Al Gore.Ad ogni modo, le sorti della creatura marina,  figlia di Stone, sono legate all’impatto dell’utenza e solo il tempo potrà sancire la fortuna o meno dell’app.

Una cosa è certa…la Jelly-mania già  impazza tra le star : Mark Zuckerberg, ideatore di facebook, è diventato testimonial della nuova app, lanciando su Jelly la foto di un ragno chiedendo: «Che tipo di ragno è? È ok che stia nella mia doccia?». Un gesto involontario che ha innescato risposte a catena ed incentivato le domande divulgate sul web.

<<Che questo di Zuckerberg sia stato un intervento pilotato da qualche strategia di marketing?>> – Una buona domanda per tutti gli utenti di Jelly… corro a pubblicarla!

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