Home Prima Pagina Interstellar: tra scienza e fantascienza

Interstellar: tra scienza e fantascienza

0
Interstellar: tra scienza e fantascienza

Con Interstellar la cinematografia si mescola alla scienza perché dà un contributo allo studio dell’Universo

[ads2] Il magistrale regista Christopher Nolan in Interstellar perde il contatto con la finzione cinematografica per collaborare allo studio della scienza. “La verità può essere più strana della finzione” ha difatti dichiarato.

Con il contributo scientifico dell’astrofisico Kip Thorne, uno dei massimi esperti del mondo in materia di fisica gravitazionale e relatività generale, in effetti, il team creativo ha riprodotto digitalmente in 3D le sequenze di un “wormhole” che lo stesso studioso non aveva mai visto prima. Il ponte di Einstein-Rosen o cunicolo spazio-temporale (wormhole, letteralmente “buco di verme”), è in sostanza una scorciatoia spazio-tempo da un punto dell’Universo a un altro, che permetterebbe di viaggiare tra gli stessi punti più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale. L’astrofisico peraltro afferma che la collaborazione con il gruppo cinematografico addirittura continuerà a fini di ricerca scientifica.

“Quando i nostri giorni sulla Terra stanno per giungere al termine, un team di esploratori dà il via alla missione più importante nella storia dell’uomo: un viaggio attraverso la galassia per scoprire se l’uomo potrà avere un futuro sulle stelle”.

È questo l’eccitante intro di Interstellar di Nolan, colui il quale (ridondante ricordarlo, ma irresistibile non farlo) ha forgiato la già mitica trilogia di Batman (Begins, The Dark Knight e The Dark Knight Rises) con Christian Bale. Il cast di Interstellar è zeppo di attori premi Oscar, ma il direttore della fotografia, Hoyte Van Hoytema, ha scandito i passaggi tecnici nel film “Her” (Lei), fra i più innovativi dell’anno in termini introspettivo-digitali in cui un uomo s’innamora di un S.O., un sistema operativo digitale.

Da sinistra: McConaughey, Nolan, Chastain e Hathaway
Da sinistra: McConaughey, Nolan, Chastain e Hathaway

La trama di Interstellar racconta di ultimi spasmi della Terra causati dagli irreparabili danni del cambiamento climatico che ricoprono tutto e ogni giorno di terriccio portando all’esaurimento di tutte le risorse organiche e resistendovi solo il granturco, ma non per molto. Per trovare una via di fuga, l’ultimo manipolo di uomini della NASA punta tutto su una missione astrale disperata lanciando una dozzina di equipaggi per cercare un altro pianeta abitabile, trovando in un buco spaziale l’unico mezzo per coprire distanze ciclopiche. A tal proposito, lo stesso Nolan confessa che se il nesso scientifico non fosse stato facilmente comprensibile dal pubblico esso sarebbe stato modificato, ma a ciò non si è arrivati in quanto – sempre a suo dire – più si realizzava la grafica e più la stessa diveniva intuibile.

Interstellar - astronaveInterstellar è una pellicola fantascientifica che strizza l’occhio a “2001: Odissea nello spazio” di Kubrick, nel quale lo scontro con l’intelligenza artificiale è cruciale, nonché all’epocale saga di Star Trek” in cui l’Enterprise a “curvatura nove” va alla volta dell’Universo per cercare altre forme di vita. Anche nel capolavoro de “Il pianeta delle scimmie” si sente l’impronta della teoria della relatività perché la Terra diventa dopo millenni il punto di ritorno involontario e nostalgico del viaggio di quattro astronauti. In quest’ultimo film la tecnologia fantastica dell’ibernazione umana, che può sospendere l’invecchiamento, è presente come in Interstellar. E, ciò, accade pure in “Oblivion”, ma qui la lotta è contro un alieno. Anche altri film come “The road” e “The day after tomorrow” riguardano la fine o il peggioramento dell’ecosistema. Nel primo, i protagonisti devono fare i conti col cannibalismo perché una fortissima luce atmosferica forse radioattiva porta il pianeta verso una lenta, ma inesorabile morte, mentre, nel secondo, il riscaldamento globale ha fatto desalinizzare il mare determinando una glaciazione che interessa oltre la metà del globo.

Si tratta di opere dirette a diffondere il monito del rispetto dell’ambiente in quanto ispirate al principio di sviluppo sostenibile disatteso dall’uomo. In questa categoria di film, il minimo comune denominatore del rischio di estinzione della razza umana è appunto il fattore – si vada o meno a spasso per l’infinito universo – che richiamando appunto la fragile esistenza umana si mischia a una dose catastrofica, ma pur sempre probabilistica della fine del pianeta. È una prospettiva palpabile che si avvicina moltissimo all’antica etnia dell’Isola di Pasqua defunta centinaia di anni orsono per cause ancora non accertate e delle quali una potrebbe essere l’esaurimento delle materie prime.

In Interstellar non mancano eccezionali colpi di scena indotti dal mistero della relatività, dall’egoismo, dalla sfida fra il bene e il male e da come, e fino a che punto, la contorta mente umana può spingersi.