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I Giovani Comunisti di Salerno contro le prove Invalsi

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I Giovani Comunisti di Salerno contro le prove Invalsi

Anche quest’anno i Gc in una nota criticano i quiz Invalsi: “Invitiamo gli studenti a boicottare il test”

invalsiI Giovani Comunisti tornano ad attaccare i test Invalsi: “Anche quest’anno – si legge in una nota-  si svolgeranno le prove Invalsi, nonostante il chiaro fallimento del sistema, questo viene reiterato nel tempo e riproposto aldilà dei governi che si susseguono nel nostro Paese. L’Invalsi non è altro che un meccanismo di valutazione delle scuole, che non tiene conto dell’appartenenza degli alunni a radicamenti sociali, territoriali ed educativi fondamentalmente diversi da nord al sud, alle isole. Tutto si parifica nelle differenze e , come in ogni storia a brutto fine da Mariastella ad oggi, viene spacciato come meritevolezza. I quiz Invalsi fanno male alla scuola pubblica perché alle prove “ci si prepara e gli studenti sono sottoposti a dei veri e propri allenamenti in vista dei quiz, causando anche in certi casi “l’ansia da test”. Basti pensare che nelle scuole elementari la prova invalsi di lettura è cronometrata in un massimo di due minuti”.

“Le prove Invalsi – continua la nota – non sono in grado di misurare la qualità di una scuola e di un insegnante poiché i risultati di una classe dipendono da moltissimi fattori come già ribadito, inoltre un buon insegnante è colui che, rispettando i tempi e le attitudini dei suoi allievi, riesce ad appassionarli alla sua materia, a coinvolgerli e a motivarli nello studio e non che con un buon allenamento basato sulla paura di far “brutta figura” riesce ad avere i propri frutti”.

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” Inoltre i quiz – attaccano i Gc – non sono anonimi come vogliono far credere, ad ogni studente viene attribuito un codice che viene applicato sul fascicolo della prova; la scuola conserva un elenco in cui ad ogni codice corrisponde il nome dell’ allievo. Gli Invalsi in alcuni loro documenti dicono che seguiranno i ragazzi fino all’università e poi nel loro inserimento nel mondo del lavoro. Una schedatura di massa, dalla II elementare fino all’età adulta, resa possibile dai codici identificativo degli studenti. Bisogna anche sottolineare quanto il costo dell’Invalsi: ben 14 milioni di Euro, esclusi gli stipendi dei dirigenti dell’Istituto, davvero una presa in giro dopo le politiche di tagli continui alla scuola pubblica e l’impossibilità per tutti gli studenti di accedere al diritto allo studio. Per questo – conclude la nota – invitiamo gli insegnanti ad aderire allo sciopero generale del 6 -7 e 13 maggio, e gli studenti a boicottare i quiz invalsi e chiediamo: più investimenti per la scuola pubblica; l’aumento dei fondi per il diritto allo studio; il diritto alla mobilità, al reddito, alla possibilità di autodeterminarsi senza numero chiuso o sbarramenti; lo sblocco degli stipendi per gli insegnanti; la non cancellazione degli scatti di anzianità”.