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Gff, primo film in concorso: 170 Hz, il suono dell’amore

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Gff, primo film in concorso: 170 Hz, il suono dell’amore

Primo film in concorso per la sezione “+16” del Giffoni Film Festival, ecco 170Hz, pellicola olandese scritta e diretta da Joost van Ginkel. Due adolescenti, Nick e Evy, si innamorano perdutamente, ma entrambi sono sordomuti. Scontrandosi contro il volere dei genitori della ragazza, i due decidono di scappare e rifugiarsi in un sottomarino in disuso, dove Evy rimarrà incinta. In realtà, però, Nick scappa dall’omicidio del padre, rimorso che alla fine non riuscirà più a sostenere.

Come comunicare, far sentire la forza dell’amore, il suo “suono”, senza esprimere parola? Sembra questo il filo conduttore di questo silenzioso film, che non potendo avvalersi di una recitazione parlata, ma fatta di gesti, decide di basare tutto sulla potenza delle immagini e del suono. Quest’ultimo è uno dei protagonisti aggiunti della pellicola: la colonna sonora, curata da Pascal Plantinga, è fatta di respiri, battiti, leggeri rumori di distorsione, che rendono la pellicola una sorta di viaggio disturbante, quasi a cercare il suono che si può sentire (non)urlare dall’anima straziata dei due protagonisti.

La regia  entra ed esce dal dramma, crea tensione con movimenti rapidi e primissimi piani e, a tratti, la pellicola diventa una sorta di film sperimentale, con i due protagonisti accucciati disperati in stop motion e una scena in cui si lanciano, in slow motion, secchiate di vernice rossa l’uno sul corpo dell’altro, per poi unirisi in un intenso rapporto sessuale. I due attori, Michael Muller (Nick) e Gaite Jansen (Evy), sono brillanti e sinceri nel rappresentare un dramma più grande di loro, muovendosi in una fotografia, curata da Rogier den Boer, che si spacca come i due protagonisti: luce e buio, piccolo (la stiva del sottomarino dove abiteranno) e immenso (le strade e le campagne olandesi).

Qualche pecca c’è (i genitori “inesistenti”, la trama prevedibile, le realtà da iper-ricchi dei protagonisti), ma Muller si candida a diventare il nuovo Ryan Gosling (copiandone lo stile di Drive) del cinema europeo e il film come uno dei papabili al premio della giuria. 

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