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Finirà mai l’epoca di Facebook?

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Finirà mai l’epoca di Facebook?

Erano i primi anni del 2000, ed era impossibile pensare ad un pc senza che al suo interno ci fosse installato un must dei programmi di chat come Windows Messanger, eppure (pochi anni dopo) a far dimenticare completamente la sua esistenza ci pensò il colosso creato dal genio di Zuckerberg, che non fece altro che sviluppare un applicativo in grado di gestire chat e aggiornamenti di stato, ma che desse l’opportunità al mondo del web di riscoprire e rivalutare in una nuova chiave il termine “condivisione” .

Facebook ha ormai superato gli 845 milioni di utenti attivi (i registrati sono certamente di più) ed ora è il social network più visitato in 126 paesi sui 137.

Eppure la forza di Zuckerberg non riesce a penetrare nelle cortine di ferro di alcuni paesi:

la Russia, dove la battaglia è tra due servizi locali: V Kontakte e Odnoklassniki (le fonti divergono in questo caso);

la Cina, dove QZone dice di avere 560 milioni di utenti, seguito da Tencent Weibo (337 milioni) e Sina Weibo (334 milioni);

l’Iran, dove per accedere a Facebook si usa Tor o simili e il social network “di stato” è Cloob;

il Vietnam e la Lettonia, che ancora preferiscono le reti sociali locali, rispettivamente Zing e Draugiem.

Ogni sito di socal networking include l’aggiornamento di stato. Facebook ha incorporato questa caratteristica per anni. Gli aggiornamenti in tempo reale consentono agli utenti di stare in contatto con i propri amici e con la propria famiglia sulla base di costanti updates. Quando sei a conoscenza delle attività dei tuoi amici e familiari, diventa molto più facile scoprire gli interessi comuni, le attività e le altre informazioni che non sarebbero altrimenti ottenibili senza una vera conversazione. Questo sistema può portare ad un rafforzamento delle relazioni anche offline.

 

Attualmente sembra che ci siano applicazioni social e generate dagli utenti in ogni angolo e oltre ogni immaginazione. Esistono infatti siti di shopping sociali, siti di pianificazione finanziaria sociali, siti per ottenere libri, film, applicazioni e altre riviste, siti che consentono di condividere i propri obiettivi, siti che permettono di pianificare il proprio viaggio e siti che aiutano a prendere una decisione in ogni settore.

I social permettono inoltre di sfruttare online il passaparola, tanto caro nella vita reale, e si stanno conquistando una grande fetta anche dal punto di vista della ricerca informazioni, bypassando spesso i motori di ricerca quando ad esempio si vogliono informazioni su prodotti, servizi, viaggi e quant’altro.

Sotto questo aspetto, l’ascesa di Facebook ha rappresentato per un colosso come Google una vera e propria spina nel fianco. La “sfida” per il controllo culturale, economico e tecnologico della rete tra i due titani inziò circa 10 anni fa, quando la creatura di Mark  Zuckerberg non era ancora online e Google era già il motore di ricerca più usato al mondo. Nell’ottobre 2003, in uno dei mitologici garage della Silicon Valley, tre soci iniziarono a sviluppare Android, oggi il sistema operativo per smartphone di Google. Gli esperti dicono che sarà proprio l’avvento degli smartphone  a decidere l’egemonia di Internet, infatti per immaginare chi prevarrà (tra l’azienda web con più utenti e quella con più fatturato) bisognerà valutare come sarà la rete tra qualche anno, e probabilmente sarà vissuta sempre più sui telefonini e i tablet.

Facebook ha dalla sua parte il record di iscritti, che difficilmente verrà oscurato da altri social network, e neanche dallo stesso Google+, nonostante a giudizio di molti sia un ottimo prodotto. D’altra parte sembra impossibile immaginare che in tempi futuri un altro motore di ricerca possa sconfiggere Google, neanche Microsoft con Bing è riuscito mai nell’impresa.

Facebook ha, però, il vantaggio rispetto a Google il tempo di permanenza: in media un utente Facebook passa sul social network oltre 400 minuti al mese, su Google poco più di 200. Questa statistica interessa molto gli investitori pubblicitari, i quali oggi trovano in Facebook anche uno strumento migliore per promuoversi. Inoltre, come accennato precedentemente, tutte le informazioni che si cercavano quasi esclusivamente con Google (acquisti, viaggi, news) sono oggi di facile accesso tramite i social network e le app mobili.

Tuttavia il destino di Google non è necessariamente segnato, infatti la breve storia della rete dice che quasi mai un leader è stato sconfitto da un suo diretto concorrente, ma bisogna tener presente la sua evoluzione e sapersi adeguare. Prima la rete era un insieme di informazioni e Google era fondamentale. Poi è emersa la sua parte “social” e Google non è arrivata pronta a questo appuntamento, lasciando spazio a Facebook. Ora può riscattarsi con la prossima rivoluzione, quello dell’uso di massa di internet dai dispositivi mobili. Se Android prevarrà su Apple nella sfida dei sistemi operativi per smartphone e tablet, come le ultime ricerche dimostrano, Google avrà tutte le chance per iniziare a dettare di nuovo le regole ed essere centrale nell’uso della rete.