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“Finale di partita” di Samuel Beckett

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“Finale di partita” di Samuel Beckett

“Finale di partita ” di Samuel Beckett, è andato in scena  in questi giorni al Teatro San Ferdinando di Napoli, per la regia di Lluìs Pasqual

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Il titolo è ispirato al modo in cui viene definita l’ultima parte di una partita a scacchi, quando su di una scacchiera non sono rimasti che pochi pezzi; Beckett era infatti famoso per essere un appassionato di questo gioco.FINALE DI PARTITA

I personaggi dell’opera sono quattro: Hamm (Lello Arena), Nagg (Gigi De Luca), Clov (Stefano Miglio) e Nell (Angela Pagano), essi  vivono una situazione statica e immutabile dove ogni giorno è uguale a se stesso, fino a che ciascun gesto e ciascun avvenimento assume un aspetto quasi rituale.

Tutti i personaggi hanno avuto una storia, ma nulla, nelle loro parole, fa pensare che essi abbiano anche un futuro. Infatti, la situazione d’isolamento e i riferimenti agli aspetti di una civiltà che non esiste più, fanno supporre a molti che “Finale di partita” sia ambientato in un’epoca successiva a un disastro nucleare.

Al centro della scena appare Hamm vestito con una vestaglia rossa ricoperta da ricami dorati tipica di un vecchio nobiluomo decaduto e Clov in tuta da imbianchino e il volto ricoperto da cerone bianco.

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Gli anziani genitori, Nagg e Nell, sono insabbiati nei loro bidoni della spazzatura, e si slanciano fuori con dei volti che nel trucco hanno impressa tutta la loro ironica infelicità. La stessa ironia che da sempre regna costante sulle disgrazie umane. Hamm gioca fino in fondo la sua difficile partita, con quella cadenza tipica del parlare napoletano che il bravissimo Lello Arena riesce a marcare, dimostrando di essere un pessimo giocatore che si sforza a rinviare la fine di una partita persa in partenza, mossa tra cinismo, infelicità e nostalgia.

Il giovane Clov obbedisce agli ordini di Hamm, costretto a muoversi continuamente in quanto impossibilitato a sedersi, ma non sa decidersi a restare o partire, se ribellarsi o meno alla sua condizione servile.

I testi di Beckett risultano quanto mai “eterni” con la loro universalità e la loro capacità di trattare, con superba ironia, l’assurdità della vita, con le sue assolute sofferenze. Le opere di Samuel Beckett riflettono, come uno specchio, la realtà lacerante della vita. In “Finale di partita” lo specchio appare frantumato in tanti pezzi e ognuno riflette una realtà, contraddittoria e a tratti priva di senso, della vita umana.

Lo spettacolo andrà in scena fino al 15 febbraio 2015 a Napoli presso il Teatro San Ferdinando, per poi spostarsi a Milano presso il Teatro Franco Parenti dal 21 al 26 aprile 2015.

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