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Rassegna L’Essere&L’Umano, “ Zit : esistenziali speculazioni silenziose sul niente da dire”

Rassegna L’Essere&L’Umano, “ Zit : esistenziali speculazioni silenziose sul niente da dire”

Associazione Culturale Teatrale e Musicale “Artenauta Teatro” “ Zit : esistenziali speculazioni silenziose sul niente da dire” va in scena per la rassegna L’Essere&L’Umano. Teatro comunale “Diana”
Piazza Guerritore, 1 Nocera Inferiore (Salerno)

Nocera Inferiore– Due donne in scena: amiche, napoletane. Si incontrano ogni giorno per trascorrere del tempo insieme. Cercano di parlarsi ma comportamenti, tic caratteriali e verve dialettale si mettono di traverso. Il sipario della rassegna L’Essere&L’Umano a cura di Artenauta, si alza su “ Zit Esistenziali speculazioni silenziose sul niente da dire” che andrà in scena il 6 aprile al Teatro Comunale di Nocera Inferiore.

Apparentemente costruito sul nulla, “ Zit ” consegna una comicità intelligente incentrata sulle figure di vittima e carnefice e su tutto ciò che socialmente ne deriva. Suddiviso in piccoli quadri “ Zit Esistenziali speculazioni silenziose sul niente da dire” è l’omologo teatrale degli esercizi di stile di Queneau, dove le parole, praticamente assenti sono sostituite dall’intenzione dei gesti, dell’inflessione dei discorsi non fatti ma annunciati tramite l’idioletto, quella versione individuale della lingua che parliamo per comunicare.

Scritto, improvvisato e interpretato da Chiara Casarico e Tiziana Scrocca, coglie aspetti dell’animo umano (la competizione infantile, la voglia diprevaricazione, l’indolenza, la solitudine, la malinconia) restituendoli con toni placidi. “Perdenti” e “vittime” come stereotipi sociali assurti al vedettismo teatrale: in questo senso “Zit” raccoglie l’eredità di Massimo Troisi che ha avuto un ruolo fondamentale nella genesi di certi personaggi a lui cari.

Non si tratta di un’opera comica tradizionale ma un intelligente sketch che fa leva su tutte quelle espressioni comuni del parlato. Sedute su due sedie, declinano tutte quelle frasi fatte e dette tanto per dire coinvolgendo anche il pubblico, rendendolo partecipe di tanta inconcludenza declinabile in mille situazioni diverse, rese anche attraverso le immissioni sonore.

Il progetto Zit ! nasce come studio sulla comunicazione e sull’impossibilità di comunicare, in bilico tra piccoli momenti di quotidiana follia ed esistenziali speculazioni sul linguaggio e sulle relazioni. Partendo da una molecola dialogica che contiene in sé un ossimoro – l’invito alla comunicazione e la chiusura della comunicazione stessa (dici!…zitta!) – è iniziato un percorso di improvvisazione che ha dato vita a due personaggi impantanati in un’atmosfera beckettiana, tesi a cercare un dialogo che non riesce a svilupparsi verbalmente.

Questa impossibilità di dire genera invece un ricchissimo dialogo di suoni, gesti, automatismi, ecolalie, ritmi, parole-suono che esprime la relazione, i ruoli, le condizioni psichiche, i fraintendimenti, le delusioni, le conflittualità, le complicità. I personaggi sono come afasici, nella loro relazione hanno a disposizione solo poche parole per non dire e per riconfermare l’assioma che “non c’è niente da dire”.

Un eterno rapporto vittima-carnefice che si muove intorno alla paura del silenzio che – in un gioco di scatole cinesi – rimanda alla complessità delle relazioni: dipendenza/bisogno/solitudine/ giochi di potere/senso di colpa. L’accettazione dell’impossibilità di significare ci pone di fronte alla Tragedia dell’incomunicabilità. Ma in tutto ciò è la comicità che trionfa sulla tragedia e sul non senso, è un rapporto comico che viene messo in scena e che conquista lo spettatore.  L’allestimento scenico è di Tania Cipolla.