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Eboli, infermiera del Campolongo chiede permesso di soggiorno a donna di colore

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Eboli, infermiera del Campolongo chiede permesso di soggiorno a donna di colore

Un’infermiera del Campolongo di Eboli, su propria iniziativa, chiede il permesso di soggiorno ad una donna di colore con cittadinanza italiana. La denuncia

Al Campolongo Hospital di Eboli un’infermiera ha deciso, su propria iniziativa, di controllare il possesso del permesso di soggiorno di una donna di colore presente in reparto.

Quest’ultima, dotata di cittadinanza italiana, era stata autorizzata – con regolare permesso – a permanere tutta la giornata all’interno dell’ospedale per aiutare una sua amica nell’assistenza di un paziente.

Ma, a quanto pare, l’intraprendete infermiera invece di assicurarsi dell’autorizzazione della permanenza all’interno della struttura, ha preferito di informarsi sul possesso del permesso di soggiorno della donna. Non soddisfatta, sembra che abbia incalzato domandandole anche da quanti anni fosse in Italia, se dotata di cittadinanza italiana e se avesse perduto le sue abitudini di origini.

L’assurda vicenda è stata denunciata con un post su facebook da Claudio Tringali, presidente vicario della Corte d’Appello di Salerno. “È evidente che un’infermiera non ha funzioni di Polizia giudiziaria e pertanto non è tenuta ad accertare se una persona dalla pelle nera sia in regola con le norme che disciplinano l’ingresso nel Paese per gli extracomunitari (avendo la pelle nera altro non potrebbe essere Josephine – nome di fantasia attribuito dal magistrato alla donna di colore –  nella mente della nostra solerte infermiera). La domanda è dunque non collegata alle funzioni di chi la ha posta, su questo non vi sono dubbi. Allora ci si chiede a cosa sia collegata e soprattutto perché sia stata posta. Anche perché l’infermiera non si limita a tale domanda ma chiede anche da quanti anni Josephine sta in Italia, se ha la cittadinanza italiana e se ha perduto le sue abitudini di origine. A questo punto Josephine mostra all’infermiera la sua carta di identità dalla quale si evince che è cittadina italiana. Questi i fatti.“, ha scritto Tringali.

E continua con una riflessione sull’accaduto. “Si tratta di razzismo bell’e buono o di semplice curiosità verso il diverso? Ognuno può dare la sua risposta. Quanto a me, ritengo che purtroppo siamo in presenza di una mentalità e di un comportamento dettato dal razzismo che sta invadendomi le menti e gli animi di questo Paese. La richiesta del permesso di soggiorno fatta in un ospedale a una donna di colore da parte di un’infermiera ne è la prova evidente. Se penso questo – e non mi fa piacere pensarlo – penso anche che l’Italia è il mio Paese e non sono disposto ad assistere in silenzio ad un simile degrado perché questo Paese non deve diventare una terra di intolleranti, razzisti o peggio. Tacere non è più possibile di fronte a segnali così inquietanti ed è ora di far sentire la voce della cultura italiana del rispetto, della tolleranza e della civile convivenza dei diversi.