Home Politica Distrussero centro sociale e impiccarono fantocci partigiani, condannati quattro militanti di Casapound

Distrussero centro sociale e impiccarono fantocci partigiani, condannati quattro militanti di Casapound

0
Distrussero centro sociale e impiccarono fantocci partigiani, condannati quattro militanti di Casapound

Sono stati tutti condannati i quattro militanti di Casapound  con accuse che vanno dall’incitamento all’odio razziale, all’apologia al fascismo, al vilipendio alla Resistenza. I giudici della seconda sezione del tribunale di Salerno hanno quindi accolto le richieste del pubblico ministero Rocco Alfano ed hanno condannato gli attivisti a pene che vanno dai 3 agli 8 mesi di reclusione oltre al pagamento della somma di 8 mila euro all’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI) riconosciuta una provvisionale di 4 mila euro all’associazione culturale “Andrea Proto”.

Uno di loro ex responsabile di Lotta Studentesca,  è stato ritenuto colpevole per l’irruzione nel centro sociale Asilo Politico ora chiamato Jan Assen, avvenuta durante la notte tra il 12 e il 13 giugno 2007, per il furto di uno striscione, per la devastazione del locale che ospitava il centro sociale, per l’incitamento all’odio razziale durante una successiva manifestazione contro i cinesi e per vilipendio alla Resistenza, reato commesso il giorno della ricorrenza della Liberazione. Il 25 aprile 2007 infatti alcuni attivisti impiccarono dei fantocci raffiguranti dei partigiani ai balconi dell’ex pretura di Cava dei Tirreni.

Duro il commento dei militanti del centro sociale ‘’Jan Assen’’ e dell’Associazione culturale ‘’Andrea Proto’’: ‘’Casa Pound Italia, nella figura del suo dirigente Luca Lezzi, è stata riconosciuta responsabile di atti legati all’apologia di fascismo e all’istigazione all’odio razziale. Questa organizzazione, protagonista di diversi episodi criminosi, violenti e xenofobi, che ha sempre praticato la politica del doppiopetto di almirantiana memoria, è stata finalmente smascherata anche sul piano giuridico penale.

La sentenza di Salerno rappresenta un precedente di assoluto rilievo specie in un contesto in cui si tende a riabilitare oscuri passati cui i nostri nonni partigiani avevano messo fine, e si assiste al perpetrarsi di comportamenti fascistoidi che trovano fertile linfa in tempo di crisi. Infatti, populismo, omofobia, imbarbarimento delle relazioni sociali e nazionalismo stanno determinando scenari di restrizione delle libertà individuali e collettive volti all’instaurazione di nuovi totalitarismi che vanno in tutti i modi rigettati”.