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Continua incessante il lavoro della Guardia di Finanza

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Continua incessante il lavoro della Guardia di Finanza

Nell’ambito delle iniziative programmate dal Comando Provinciale di Salerno a presidio della legalità e a contrasto del dilagante fenomeno delle scommesse clandestine e del gioco d’azzardo, i baschi verdi del Gruppo di Salerno hanno eseguito un’ulteriore operazione di controllo in provincia, che ha portato al sequestro di cinque apparecchi, tipo “videopoker”, completamente illegali, denunciando a piede libero il responsabile del bar.

Gli apparecchi erano posti a disposizione degli avventori in una piccola area attigua al bagno, protetti da un muro che ne occultava la visuale dalla sala principale del bar.

Tali apparecchi erano privi dei titoli autorizzatori, sprovvisti di qualsiasi elemento identificativo e completamente sconosciuti al fisco.

I “videopoker” sono divenuti illegali sin dal gennaio 2004, quando la legge Finanziaria sancì il divieto assoluto di riproduzione delle regole del “poker” nei videogiochi, stante l’elevata pericolosità sociale di questa tipologia di intrattenimento. Tali apparecchi, infatti, offrono la possibilità di reiterare la giocata senza limiti, versando somme spesso ingenti che sfuggono al controllo della rete gestita dai Monopoli di Stato

Oltre alla denuncia penale, all’esercente è stata contestualmente comminata una sanzione amministrativa di oltre undicimila euro. E’, inoltre, prevista l’adozione, da parte del Sindaco territorialmente competente, del provvedimento di sospensione della licenza per pubblico esercizio per un periodo da uno a trenta giorni. Nel caso specifico, avendo l’esercente reiterato la violazione, l’autorità amministrativa dovrà procedere alla revoca della licenza.

Al controllo seguiranno idonei accertamenti per la determinazione ed il recupero delle imposte non versate, atteso che l’imposta è comunque dovuta, ancorchè la raccolta del gioco avvenga in assenza di concessione AAMS.

I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Agropoli, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania (SA) – Dott. Giancarlo Grippo – e dal Sostituto Procuratore – Dott. Renato Martuscelli – hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per “equivalente”, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Vallo della Lucania, nei confronti di un’imprenditrice segnalata all’Autorità Giudiziaria per dichiarazione infedele ed omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali.

L’esecuzione della misura cautelare reale scaturisce dallo svolgimento di mirate indagini patrimoniali svolte dalle Fiamme Gialle conseguenti ad attività ispettive espletate nei confronti della titolare di una società di persone, con sede in Agropoli (SA) ed operante nel commercio all’ingrosso di macchine per le costruzioni, che nel periodo 2007-2011 aveva indicato nelle dichiarazioni fiscali volumi d’affari risibili, ovvero ne ometteva completamente la presentazione, occultando redditi per 2,2 milioni Euro, evadendo Iva per 444.000 Euro, IRAP per 116.000 Euro e non versando ritenute per 3.000 Euro.

La verifica fiscale effettuata nei confronti della società, che ha permesso di ricostruire analiticamente il volume d’affari complessivo dell’impresa, facendo emergere i redditi occultati al Fisco, nonché l’imposta sul valore aggiunto, le ritenute e l’I.R.A.P. evasa nel quinquennio, scaturisce da un’attività di monitoraggio effettuata su migliaia di contribuenti operanti nel Cilento dalle Fiamme Gialle di Agropoli (SA) incrociando le informazioni presenti nelle banche dati dell’Anagrafe Tributaria.

Tale attività esplorativa ha permesso di selezionare con maggiore precisione le imprese da verificare tra quei soggetti che, a fronte della omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, presentano un tenore di vita ed un patrimonio mobiliare ed immobiliare di rilevante entità.

Il caso investigato ha fatto emergere l’astuto stratagemma utilizzato dalla contribuente che per l’annualità 2009, al fine di non palesare il proprio status di “evasore totale”, anziché omettere totalmente la presentazione delle dichiarazioni fiscali, le ha inviate indicando un volume d’affari complessivo pari a 50 euro ed un reddito d’impresa conseguito pari a 20 euro.

Per la medesima annualità, le attività ispettive condotte dalla Guardia di Finanza di Agropoli (SA) hanno invece permesso di ricalcolare gli elementi positivi sottratti a tassazione in oltre 350.000 Euro, l’Iva evasa in 70.000 Euro e l’I.R.A.P. sottratta a tassazione in 18.000 Euro.

Pertanto, sulla scorta dei risultati delle attività ispettive e delle successive indagini di polizia giudiziaria eseguite dalla Guardia di Finanza, che hanno permesso di rilevare il patrimonio personale dell’imprenditrice, il G.I.P. del Tribunale di Vallo della Lucania (SA) ha disposto un mirato sequestro preventivo “per equivalente”.

La misura cautelare reale è stata eseguita dai militari della Compagnia di Agropoli (SA) sulle somme rinvenute sui rapporti bancari, nonché su 7 unità immobiliari intestate all’imprenditrice, site in Agropoli (SA) e Visciano (NA), tra cui un immobile di pregio localizzato sulla collina del comune cilentano, di valore pari alle imposte evase, a totale garanzia dei crediti erariali.

Il sequestro è stato reso possibile dall’applicazione della norma, introdotta con la legge finanziaria per il 2008, che estende anche ai reati tributari la c.d. “confisca per equivalente”, ossia la possibilità, qualora non si possa procedere alla confisca dei beni che costituiscono il diretto profitto del reato, di “aggredire” comunque i beni di cui il reo abbia la disponibilità, per un valore corrispondente al suddetto profitto.