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Cava, MST, Galdi: “Ennesima stupidaggine Amministrativa”

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Cava, MST, Galdi: “Ennesima stupidaggine Amministrativa”

Il consigliere di opposizione, l’avv. Marco Galdi, ritiene che l’attuale Amministrazione abbia perso un’opportunità con la mancata transazione con MST

[ads1] L’amministrazione targata Servalli, nell’esercizio del potere di autotutela, ha annullato la delibera con la quale si consentiva alla Manifattura Sigaro Toscano di creare all’interno dell’ex complesso di Viale Crispi, un “incubatore di imprese”.

L’ex sindaco Marco Galdi, attuale consigliere di opposizione, da buon Prof. boccia tale manovra, in quanto ritenuta una grossa perdita la mancata transazione con la Manifattura Sigaro Toscano.

GaldiLa delibera n. 89 del 25.03.2015 è stata annullata, in sintesi, sui seguenti presupposti:
a) Il Comune avrebbe identificato i beneficiari dell’immobile (acceleratore tecnico di impresa) senza predeterminare criteri e modalità e senza consentire la partecipazione al procedimento di assegnazione del bene di altri potenziali aspiranti (mediante procedure aperte e la pubblicazione di un bando), con violazione dell’art. 12 della legge 241/90 e del relativo regolamento comunale;
b) Il paventato danno erariale per l’Ente connesso al mancato sfruttamento economico del bene.

Galdi, però, di contro, evidenzia:

1) lo stesso dirigente che ha prima predisposto e poi ha espresso la regolarità tecnica sulla delibera 89/2015, oggi formula la proposta ed esprime parere di regolarità tecnica sulla delibera n. 6/2016, che annulla d’ufficio la precedente;

2) La delibera 89/2015, annullata, è pedissequamente aderente alle indicazioni formulate dall’Avvocatura comunale, che evidentemente conosce bene i regolamenti e la disciplina di settore;

3) Il Comune non si è proprio sognato di identificare direttamente i beneficiari dell’immobile. Semplicemente ha aderito alla richiesta della MST di esprimere sull’iniziativa da questa avviata una “adesione formale”, necessaria, evidentemente, ad effettuare lavori di ristrutturazione della parte del fabbricato da destinare ad acceleratore di imprese.

4) Il Comune, in altri termini, non avrebbe potuto fare bandi per l’assegnazione dell’immobile, semplicemente perché non ne detiene il possesso: l’immobile, infatti, era ed è nella piena “disponibilità” della MST, almeno fintanto che non si concluda la vicenda giudiziaria che ne accerti la effettiva proprietà (che, va rilevato per incidens, è stata avviata dall’Amministrazione Galdi);

5) Ne consegue che il Comune, non avendo allo stato la disponibilità della struttura, non perde nemmeno un centesimo di risorse pubbliche potenzialmente derivanti dal suo diverso impiego, cosa che esclude il danno erariale;

6) Ma vi è di più. Nella delibera 89/2015 si precisano, a garanzia del Comune, alcune clausole, di seguito elencate:

  1. la delibera non implicava in alcun modo rinuncia da parte del Comune alla pretesa azionata nel giudizio in corso con MST;
  2. il comodato doveva prevedere l’impegno, da parte degli assegnatari, di rilasciare il bene entro sei mesi dalla disdetta del contratto, effettuata anche dal Comune subentrante ai sensi della transazione o vittorioso nel giudizio in corso;
  3. alcuna indennità si sarebbe mai potuta richiedere al Comune per i miglioramenti e le addizioni realizzati sul bene.

Consegue da quanto detto che la Comunità di Cava de’ Tirreni avrebbe tratto dall’attuazione della delibera n. 89/2015 quantomeno i seguenti benefici:

1) Veder realizzato, senza alcun costo per il Comune, un Incubatore di imprese innovative, idoneo a produrre molteplici opportunità lavorative per i giovani di Cava;

2) Impiegare per un’attività di interesse generale parte dell’immobile dell’ex Manifattura Tabacchi, in attesa che si definisse il contenzioso fra il Comune e la MST;

3) Apportare significativi miglioramenti all’immobile, fermandone anche l’ammaloramento naturalmente derivante dal suo attuale stato di abbandono, senza poi dover riconoscere alcunché né alla MST né a quanti avrebbero occupato gli spazi a titolo di comodato.

Soddisfatto invece il Malc, che da sempre si era battuto affinché non si realizzasse una “mostruosità urbanistica”. L’associazione cavese, aveva sin da subito mostrato perplessità sul progetto promosso dalla vecchia amministrazione Galdi, con il solo scopo di vedere restituito l’immobile dell’ex Manifattura ai cittadini.