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Cava de’ Tirreni: in mostra la pittura di Renato Intignano

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Cava de’ Tirreni: in mostra la pittura di Renato Intignano

Giovedi 10 ottobre prossimo, alle ore 20.00, nello spazio polifunzionale MARTE mediateca arte di Cava de’Tirreni sarà inaugurata  la mostra  di pittura di Renato Intignano.

L’artista, nato a Pozzuoli, risiede a Cava de’ Tirreni dove lavora. E’ diplomato in pittura all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, ed ha insegnato pittura all’Istituto d’arte di Salerno. Ha esposto la prima volta con una personale a Pozzuoli nel 1960, e da allora ne sono seguite numerose altre in diverse città italiane. Ha partecipato a numerose collettive e concorsi nazionali ed internazionali, conseguendo vari riconoscimenti.

Artista schivo, solitario, lontano da mode facili e accattivanti, Intignano, come scrive efficacemente nella critica intitolata La costruzione del coloreCristina Tafuri vede “la sua formazione presso l’Istituto d’Arte di Napoli negli anni ’50, dove studia i grandi maestri del passato, impegnandosi nel disegno dal vero, ma guardando con attenzione ai pittori contemporanei.”

“E la qualità del sentimento -ricorda ancora Cristina Tafuri- è trasmessa proprio dal colore, che rappresenta l’elemento costitutivo dei suoi quadri e tuttavia non appare mai fine a se stesso: sempre ruota intorno alla costruzione degli spazi, al gusto decorativo delle linee, al piacere di una pittura che tende progressivamente a farsi leggera ed aerea.”

“L’autonomia del suo linguaggio si evidenzia soprattutto nell’uso del colore, chiaro e brillante, steso in  un’ampia gamma cromatica, prima proposto in chiave emotiva, sempre più caricato poi di potente espressività, dove spiccano i contrasti cromatici fra rosso e verde, blu e giallo, arancione e violetto.”

“In questi lavori -scrive Tafuri- la presenza umana, seppur simbolica, è sparita del tutto, forse per l’amara constatazione del continuo e doloroso divorzio tra l’uomo e la natura, tra l’uomo e i suoi simili, probabilmente come principale conseguenza di quel sistema di produzione che chiamiamo capitalismo, e forse la psiche frantumata può essere ricomposta dalla terapia creativa che chiamiamo Arte e che offre questa possibilità.”