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Bifest 2014: L’amour est un crime parfait

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Bifest 2014: L’amour est un crime parfait

La sesta serata del Bifest 2014, Bari International Film Festival, si è aperta con la premiazione al miglior documentario: il Premio Vittorio De Seta è andato a Vito Cardaci per il documentario L’albero di Giuda

Ha consegnato il premio, Domenico Procacci, noto produttore della Fandango.

A seguire nella serata del Bifest 2014,  il premio Oscar Luis Bacalov: il noto compositore ha eseguito al pianoforte una delle sue opere più conosciute, la colonna sonora de Il Postino di Michael Radford, con l’indimenticato Massimo Troisi, nel suo ultimo ruolo.

Bacalov è stato premiato poi con il Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Exellence.

Anche il film in anteprima di questa sera del Bifest 2014, L’amour est un crime parfait, è tratto da un’opera letteraria di Philippe Djian. Il regista, Jean- Marie Larrieu dirige la storia di una piccola comunità alpina francese, vicino all’Università, e in particolare la storia di Marc, insegnante di letteratura che passa la notte con una delle sue allieve, l’ultima conquista. Quest’ultima sparisce senza lasciare traccia e la polizia inizia a interrogare tutti quelli che la conoscevano, compreso il professore appunto. Dopo un po’ si presenta dall’uomo Anna, la madre della giovane ragazza scomparsa.

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Da questo momento in poi la vita di Marc è scombussolata da questo evento e, in seguito, dalla scoperta di essere sonnambulo e, dunque, di agire nel sonno e compiere azioni di cui poi non ricorda nulla.

bifest 2014

Per questo tutta la storia passa dall’essere un normale poliziesco-thriller ad assumere tratti onirici, assurdi e surreali per cui anche noi spettatori iniziamo a dubitare di tutto ciò che accade e a non capire dove stia la verità. Ovviamente tutte le risposte saranno date alla fine del film e, da questo punto di vista, la storia risulta interessante.

Il protagonista è interpretato da Mathieu Amalric, già protagonista di La venere in pelliccia di Roman Polanskij che, anche questa volta, conferma la sua predilezione per i personaggi originali.

Il suo Marc è allucinato e allucinante, in certi momenti insopportabile, quindi si può dire che sia riuscito l’intento di renderlo ambiguo, se poi l’obiettivo era questo.

Il film tuttavia non è indimenticabile anche se l’intreccio è notevolmente complesso, soprattutto per il discorso sull’amore che porta avanti. L’amore è visto come un delitto, un crimine appunto, che consuma le due parti in gioco e che divora tutto quello che trova. Ma attraverso questo film l’amore viene visto e vissuto come una patologia, qualcosa che è stato coperto col velo funereo della morte.

Di sicuro è consigliabile una seconda visione, soprattutto per capire i simboli che, inevitabilmente, sfuggono all’inizio.