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Battipaglia, dopo il tavolo al MiSE fa ancora più freddo alla Treofan

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Battipaglia, dopo il tavolo al MiSE fa ancora più freddo alla Treofan

La vertenza Treofan ieri è approdata al MiSE, dove non si è visto il vice premier Luigi Di Maio. Queste le considerazioni di una lavoratrice dello stabilimento di Battipaglia

Fumata nera o buco nell’acqua: il tavolo di crisi al MiSE che si è tenuto ieri con oggetto la vertenza Treofan, ha lasciato molti malumori e ancora più domande rimaste senza risposta. Assente il vice premier Di Maio che lo scorso 26 dicembre aveva promesso la sua presenza al tavolo. A prendere le redini dell’incontro è stato il Vice Capo di Gabinetto del Ministro, Giorgio Girgis Sorial.

Zerottonove.it ha raggiunto telefonicamente Federica Colabene, una lavoratrice Treofan che dal 21 dicembre – quando Jindal fa saltare il primo tavolo tecnico -, con tanti altri colleghi, sta portando avanti la battaglia con un presidio h24 davanti i cancelli dello stabilimento sito nella Zona Industriale di Battipaglia. L’intervista ha riguardato principalmente l’incontro di ieri a Palazzo Piacentini a Roma.

Un incontro iniziato male

Dopo l’ambiguità mostrata e le difficoltà della traduzione – secondo le parole della sindaca Francese – anche per la lavoratrice dell’azienda, ora passata in mano alla Jindal, c’è stato un iniziale sviamento della questione: “La società indiana ha esordito con un elogio dello stabilimento di Brindisi (di proprietà Jindal n.d.r.) così da mettere in cattiva luce quello battipagliese, infattiManfred Kaufmann (CEO dell’azienda) ha, inspiegabilmente, parlato di un bilancio negativo degli ultimi tre anni.”

A quest’ultima presa di posizione di Jindal, i lavoratori hanno controbattuto specificando che lo stabilimento battipagliese produce, inoltre, specialties – prodotti a valore aggiunto.

Nessuna ripartenza. Non per ora

Nel corso dell’incontro è stato chiesto a Kaufmann di riavviare la produzione all’interno dello stabilimento Treofan di Battipaglia. Dalla parte non è arrivata, almeno durante il tavolo di crisi, una risposta chiara. “Nessuna ripartenza per ora, nemmeno una risposta relativa al possibile piano industriale. Al prossimo tavolo dell’11 gennaio – dove saranno presenti istituzioni e sindacati – dovremmo sapere di più, se possiamo ottenere finalmente la resina e ripartire con la produzione” 

Intanto, però, il comportamento della società indiana risulta inteso in una direzione opposta. Infatti, anche durante lo svolgimento del tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico, Jindal stava perpetuando lo spostamento del lavoro da Battipaglia. Per la lavoratrice Treofan si tratta “di comportamenti pregiudizievoli, come togliere gli ordini al nostro stabilimento e programmarli altrove. Continuare a fare ciò, anche mentre eravamo al MiSE, è uno schiaffo a tutti noi, uno schiaffo alla politica italiana“.

Bugie e mancate risposte

Impreparata e ambigua. Così ieri la sindaca di Battipaglia Cecilia Francese aveva definito la posizione del rappresentante di Jindal. Ma non solo. Pare, come afferma Federica Colabente, che non poche sono state le bugie pronunciate al tavolo: “Non è assolutamente  vero che loro hanno visitato lo stabilimento, come riferito da Kaufmann, nel momento in cui si è discusso delle qualità dell’azienda, della zona ZES, del protocollo d’intesa con la Regione Campania e dei possibili investimenti di cui la Treofan potrebbe godere. Ad esempio, installando uno specifico macchinario che permetterebbe la produzione di materiale a 5 strati, invece dei tre attuali. Insomma, di tante possibilità che il nostro stabilimento ha di migliorare ancora di più“.

Il ricorso all’Antitrust

Secondo la lavoratrice gli interventi più incisivi e forti sono stati quelli del sindaco di Terni Leonardo Latini e della stessa sindaca di Battipaglia. “Nonostante si è deciso di ridurre al minimo gli interventi degli esponenti politici, per evitare possibili slogan elettorali, è stato importante ribadire – da parte dei due sindaci – la volontà di intraprendere la strada dell’accertamento della cessione da parte di De Benedetti e  dell’acquisizione da parte della Jindal – definita ‘spietata’ dalla Colabene -. L’Onorevole Piero De Luca – che ha visitato l’intero stabilimento nei giorni scorsi -, proprio in merito, ha affermato che da parte della Regione Campania c’è tutta la disponibilità e l’impegno per eseguire queste verifiche.”

Sottinteso, dunque, il placet da parte del Presidente Vincenzo De Luca.

Il freddo, lo sconforto, giorni che sembrano mesi

Le sensazioni dopo la giornata di ieri non sono delle migliori. L’assenza dell’Onorevole Di Maio non l’abbiamo presa molto bene. Speriamo che quella del 26 dicembre non sia stata solo una mera passerella politica, anche perché in queste ultime settimane si sono vista davvero molte figure del mondo istituzionale. Un’assenza può essere un caso, la seconda potrebbe farci pensare. Speriamo nella sua presenza al tavolo del 24 gennaio, quando la Jindal sarà costretta a presentare il piano industriale.”

Lo stato d’animo dei lavoratori non può essere dei migliori. Fissare il tavolo all’11, poi ancora al 24, vuol dire che il presidio continuerà, ma sotto una morsa di freddo gelido. “Iniziano a diminuire i sorrisi – ci confida Federica – un giorno di freddo, per noi, inizia a sembrarci un mese. La situazione inizia a diventare sconfortante.”

I lavoratori della Treofan, inoltre, hanno contattato telefonicamente l’ambasciata e il consolato indiano, che si sono detti a conoscenza della dell’intera situazione. Ci si aspetta un incontro anche con questi interlocutori.