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Battipaglia ricorda la propria storia : 50 anni dai moti del ’69

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Battipaglia ricorda la propria storia : 50 anni dai moti del ’69
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Carmine Citro e Teresa Ricciardi: le due giovani vittime dei moti del ’69 che, con il loro sacrificio, hanno decretato la crescita della nostra città

In chiusura della settimana commemorativa dei moti del 1969, Battipaglia ricorda la propria storia in un convegno finale tenutosi nella sala consiliare, sabato sera, presso Palazzo di Città, che ha fatto da scenario alla partecipazione sentita e commossa di quanti hanno vissuto in prima persona quegli avvenimenti oppure lo hanno sentito raccontare dai propri familiari.

In apertura dell’evento il forte plauso per la famiglia presente in sala di Massimo Citro nonché per il ricordo della professoressa Teresa Ricciardi: due giovani vittime che, con il loro sacrificio, hanno rappresentato un momento di svolta per Battipaglia.

Ben quattro le proiezioni di filmati che hanno testimoniato, con immagini e commenti, quegli istanti di sommossa cittadina che ha visto scendere in strada uomini, donne, operai, studenti armati di rabbia maturata nel tempo dalla sana e legittima volontà di lavorare e far valere i propri diritti.

Tra le testimonianze dirette la voce del Comandante dei Carabinieri Antonio De Marco che, all’epoca dei fatti, si trovava dall’altra parte della barricata per tutelare l’ordine pubblico e che ha voluto precisare, con la sua attestazione, come il sacrificio dei battipagliesi durante quelle due giornate storiche abbia decretato la crescita di Battipaglia.

Commosso l’intervento del consigliere comunale Renato Vicinanza che ha ricordato il padre Domenico Vicinanza che in quel tempo ricopriva il ruolo di sindaco della città e, subito dopo, la dissertazione del Senatore Roberto Napoli che nell’analizzare i fatti ha evidenziato le attuali tristi analogie tra quello che è successo nel ’69 ed oggi con la chiusura dei numerosi stabilimenti industriali riportandoci a quei difficili giorni e lo spirito della gente che li ha animati.

Raffaele Petrone, rappresentante dell’Associazione “Battipaglia 9 Aprile 1969” con forte patos ha discusso con sottigliezza del significato dei moti del ’69 per la nostra città citando il sindacalista e politico Giacomo Brodolini che nel ’68 fu nominato Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale e fu uno dei principali sostenitori dello Statuto dei lavoratori: “l’autunno caldo del ’69 è servito molto più all’Italia intera che a questa città. Proprio grazie a quello che stava succedendo a casa nostra, infatti, l’allora ministro Brodolini esercitò una pressione politica nei confronto della DC affinché si prendessero delle decisioni, in termini di concessioni, alla questione del movimento operaio.

Inoltre l’Italia democristiana e della prima repubblica era costellata dall’uso della violenza da parte delle forze dell’ordine che sparavano sui dimostranti scesi in piazza per chiedere la tutela dei prorpi diritti. Battipaglia segna la fine di questa violenza costante e perpetuata forse per la veemente risposta della popolazione che ha dato vita a giornate insurrezionali che non hanno precedenti nella storia d’Italia. I fatti di Battipaglia sono serviti a tutti i cittadini della nostra nazione. A Carmine Citro e Teresa Ricciardi dobbiamo, non solo noi battipagliesi ma gli italiani tutti, quel passo in avanti verso la civiltà e la democrazia del nostro Paese”.

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