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Battipaglia, una serata tra beneficenza e ricordo di Faber

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Battipaglia, una serata tra beneficenza e ricordo di Faber

Musica e beneficenza presso il complesso Opera Bertoni di Battipaglia per la costruzione di un centro polifunzionale dedicato ai più giovani

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Serata davvero speciale quella andata in scena, domenica 29 gennaio, presso il Complesso Opera Bertoni di Battipaglia, dove si è tenuto un concerto di beneficenza per la realizzazione di un Centro Polifunzionale per minori. “Nella pietà che non cede al rancore… ho imparato l’amore” – BandeAmì canta De Andrè è il titolo dell’evento organizzato per raccogliere fondi da destinare alla costruzione di una struttura semiresidenziale per 50 bambini a rischio e/o in difficoltà.

Con il patrocinio della Fondazione De Andrè, la tribute band del grande Faber si è esibita dinnanzi al numeroso pubblico battipagliese accorso col proposito di dare un contributo attivo per la realizzazione di questa nobile iniziativa di solidarietà sociale.

Il progetto del centro polifunzionale

Il centro polifunzionale è un progetto messo in campo dalla Spes Unica Onlus di Padre Ezio Miceli e la cooperativa sociale Betlem.

Si tratta di una struttura multifunzionale con spazi dedicati, in cui i piccoli ospiti saranno impegnati in attività laboratoriali (laboratorio multimediale, teatrale, di artigianato, del suono, del movimento) e ricreative, in un percorso di attesa di inserimento in un nucleo familiare o in un percorso di supporto per un eventuale recupero del rapporto con i genitori e, in particolare per questi ultimi, di recupero del loro ruolo.

L’obiettivo è quello di migliorare il clima socio-ambientale dando una risposta concreta alle problematiche relazionali e psicologiche dei minori, garantendo un intervento su eventuali situazioni di emergenza legate a crisi familiari.

Spazi tutelati e accoglienti – si diceva – nei quali preadolescenti e adolescenti a rischio avranno modo di acquisire una gestione positiva del tempo libero e sviluppare le proprie conoscenze culturali, costruendo, al tempo stesso, percorsi di reintegrazione sociale che favoriscano l’autonomia e lo sviluppo armonioso della personalità e delle attitudini del minore. Tutto questo in collaborazione con le scuole del territorio, l’Asl di Salerno, i Servizi Sociali comunali ed il Tribunale dei Minori.

La serata

Il programma della serata prevedeva, accanto alla maratona di soldarietà, il concerto dei BandeAmì, tribute band dell’indimenticato Fabrizio De Andrè.

Il gruppo in questione, nato nel 2014 con un progetto venuto alla luce un po’ per gioco un po’ per scommessa, è composto da professionisti ma soprattutto amici che nella vita di tutti giorni si dedicano a ben altro, accomunati, tuttavia, dalla passione per la musica. Il loro progetto artistico ha l’intento di riportare alla luce la poesia di De André, ricongiungere il pubblico moderno con i temi, attuali come non mai, che il grande Faber gridava con forza negli anni Settanta attraverso la sua musica meravigliosa.

Dopo i saluti di rito del padrone di casa, padre Ezio Miceli (intervistato, a seguire, ai microfoni di zerottonove), che ha voluto ringraziare tutti i presenti per essere giunti così numerosi alla serata, nonché le figure istituzionali accomodatesi in parterre, ovvero la sindaca di Battipaglia Cecilia Francese, l’assessore Michele Gioia, il consigliere comunale Stefano Romano e il primo cittadino del comune limitrofo di Eboli, Massimo Cariello (intervenuto nonostante l’increscioso episodio dell’auto data alle fiamme di cui è stato vittima nei giorni scorsi), a salire sul palco sono stati i componenti della band protagonista della serata.

Il ricordo di Faber

Tanta bella musica, passando ovviamente dai pezzi più celebri di Faber a quelli meno noti al grande pubblico. Il primo brano intonato non poteva che essere “Il testamento di Tito”, il cui protagonista è uno dei due ladroni che vennero crocifissi con Gesù, quello stesso ladrone che poi riconobbe in Cristo il vero salvatore.

A seguire, ancora tanta, tantissima musica tutta nel ricordo del grande De André : da “La ballata dell’amore cieco” a “Dolcenera”, con l’intenzione non solo di omaggiare un grande artista, ma anche di riflettere su alcune tragedie che hanno caratterizzato (e che purtroppo continuano a farlo) il nostro Paese. E allora, l’alluvione di Genova del Settanta, con la sua terribile valanga di fango così spietata da causare trentacinque morti, otto dispersi e oltre duemila sfollati è anche un modo per rivolgere un pensiero alle tragedie di oggi che attraversano il nostro paese, dal terremoto del centro Italia alla valanga dell’ hotel Rigopiano.

La serata, dunque, ha seguito questo fil rouge: la musica come strumento per riflettere, interrogare ed interrogarsi su cosa l’uomo stia facendo della vita e viceversa.

Particolarmente emozionanti i momenti relativi all’esecuzione dei brani “La canzone di Marinella”, attraverso cui la band ha saputo far rivivere al pubblico la storia di una giovane ragazza orfana costretta a vendere il suo corpo per sopravvivere, salvo poi essere brutalmente uccisa (De André, a tal proposito, intervistato in merito a questa canzone, disse : “decisi di scrivere questo brano unicamente per cambiare la morte di questa ragazza, non potendone più cambiare la vita”), e “La guerra di Piero”, espediente riflessivo sull’eterno binomio pace-guerra atto ad evidenziare quanto orrore quest’ultima porti sistematicamente con sè.

Le dichiarazioni dei protagonisti

Battipaglia
Padre Ezio Miceli

Nel corso della serata, c’è stato modo di ascoltare da vicino le parole dei protagonisti  dell’evento. Il più atteso era senza dubbio padre Ezio Miceli, responsabile della Spes Unica Onlus nonché motore instancabile della macchina solidale che opera da tempo sul territorio, non solo di Battipaglia, ma, più in generale, dell’intera piana del Sele. Queste le sue dichiarazioni rilasciate ai microfoni di zerottonove :

“Abbiamo una tradizione di assistenza alla gioventù con la scuola calcio Spes che vanta oltre trecento iscritti. Questa struttura dove stasera ci ritroviamo è stata scuola cattolica sino al 2006 per poi chiudere definitivamente nel settembre 2007. Questo è uno spazio che dobbiamo riutilizzare per i giovani, minorenni e non. Ci saranno per costoro laboratori di vario genere, qualcosa di carino sta per nascere. Ho dei collaboratori validi che hanno intenzione, inoltre, di dedicarsi con me ad un vecchio progetto che ho da sempre auspicato di realizzare, ovvero, la Cittadella della Gioventù, uno spazio tutto dedicato ai giovani, decisamente alternativo rispetto ai classici punti di ritrovo della nostra città quali bar, pizzerie, pub e simili. Uno spazio dove i giovani possano concretamente e serenamente progettare il proprio futuro indirizzando in varie attività i talenti che hanno a disposizione. Penso che queste siano iniziative notevoli del territorio, potenzialità inespresse in passato a cui intendiamo dare voce. E’ fondamentale, secondo me, dare alternativa al disagio. L’agio vince sempre il disagio”.

Interrogato sulla difficoltà da parte degli adulti di saper e voler davvero interagire con i propri figli, padre Ezio Miceli è un fiume in piena e dimostra di avere le idee molto chiare a riguardo :

Nessuno si dedica più veramente ai giovani.

La cosa grave è che nessuno si prende cura davvero dei ragazzi. Nessuno vuole saperne delle loro sorti, dei loro pensieri, dei loro disagi o problemi. Al massimo, un genitore, quando sopraggiunge un problema col figlio, chiama lo psicologo e quindi demanda a terzi i problemi di dialogo non affrontati e, di conseguenza, non chiariti. Il nostro, dunque, è un tentativo per recuperare questo tipo di rapporto, per fare concretamente “rete”.

La Cittadella della Gioventù deve rappresentare un tentativo di riconquista dei legami familiari. Qui non ci saranno solo i giovani, ma spero anche i più grandi, quelli che io chiamo “maestri”. Costoro, ad esempio, possono essere i nonni. Nella mia esperienza dei laboratori parrocchiali, tanti nonni hanno insegnato la pittura ai nipoti ed essi hanno reciprocamente scoperto tanto dei loro antenati. E’ stata un’esperienza fantastica e vorremmo tanto replicarla. Non so se riusciremo a fare tutto quello che abbiamo in cantiere, ma sono sicuro che questo è un inizio promettente. Dove arriveremo lo sa soltanto Dio…”

Parole al miele nei confronti della serata e del suo fine ultimo anche da parte di Patrizia La Porta, voce dei BandeAmì :

“Siamo entusiasti ed emozionati di essere qui a combattere per questa nobile causa. Fare musica significa condividere e regalare emozioni. Il nostro intento è esattamente questo. Il volontariato deve contribuire attivamente portando risultati concreti dalle iniziative di beneficenza che si organizzano. L’auspicio è che questo progetto possa diventare realtà in tempi rapidi e aiutare a migliorare la vita di tanti giovani in difficoltà”.

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