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“Le ore e il tempo”: a Baronissi una mostra dedicata a Luigi Fiorletta

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“Le ore e il tempo”: a Baronissi una mostra dedicata a Luigi Fiorletta

Ventiquattro grandi tecniche miste su tavola saranno ospitate dal Museo FRaC di Baronissi in occasione della mostra dedicata all’artista frusinate Luigi Fiorletta

Domenica 27 ottobre, alle ore 18:00, apre al pubblico la mostra dedicata all’artista frusinate Luigi Fiorletta dal titolo “Le ore e il tempo”. La mostra, progettata e realizzata da NEWART2000 eventi & comunicazione in collaborazione con il Museo-FRaC Baronissi, è presentata da Massimo Bignardi, Sergio Gaddi e Marco Tonelli.

La mostra presenta ventiquattro grandi tecniche miste su tavola, realizzate dall’artista in questi ultimi tre anni. Un ciclo dedicato al tempo, quello che cadenza, dall’arrivo della notte all’ora del Vespro, la vita dell’uomo. Sono composizioni che lasciano percepire i diversi tempi della narrazione che attraversa l’intero ciclo. Determinante è il colore: saturo, non additivo, iridescente, un colore che contribuisce a sostenere e a dare energia al movimento delle serpentine geometriche che fanno da trama ai dipinti.

L’occasione di presentare al nostro Museo-FRaC un ciclo di opere del prof. Luigi Fiorletta – evidenzia Gianfranco Valiante sindaco di Baronissi – segnala ulteriormente quanto sia il raggio di attenzione che il FRaC porge alle realtà artistiche operanti nell’area meridionale, estendendo i suoi interessi di ricerca anche alle aree confinanti. Sottolinea, cioè, quel tendere verso una dialettica che tiene insieme sia aspetti dell’attualità, com’è per questa mostra, sia metodologie di ricerca che si rapportano con altri linguaggi dell’arte”.

Che questo ciclo ultimo di opere di Luigi Fiorletta – scrive Marco Tonelli nel volume pubblicato da Bianchini Editore – sia intorno alla geometria non c’è alcun dubbio, come del resto buona parte della sua pittura, costruita, progettata, controllata come fosse un’architettura, un ingranaggio, un meccanismo. Questo di per sé però non garantisce niente, non ci dice nulla cioè sul tipo di geometria né sul tipo di ingranaggio, dal momento che esistono geometrie euclidee, non euclidee, ellittiche, vettoriali, proiettive, differenziali, topologiche e via dicendo. Ad ognuna di loro corrisponde un diverso modello di spazio e di esperienza, però sembra evidente che sia da qui che bisogna partire per entrare nell’universo formale di Fiorletta.

C’è un aspetto che può venirci in aiuto: i titoli delle opere. Se non c’è spazio senza tempo questo è proprio il caso di dirlo: l’una, le due, le tre, le quattro e via dicendo fino alle ventiquattro. I titoli di queste geometrie dipinte scorrono come lancette di un orologio. Fiorletta sembra così costruire ingranaggio di uno strumento di misurazione di spazi e di tempi, in cui la geometria serve a bilanciare i pesi visivi, e i colori a graduare emergenze e fondi di linee che sono bande e di superfici da esse chiuse che diventano figure. Arte concreta per eccellenza, l’astrazione geometrica di Fiorletta, in cui tutto è dato simmetricamente ma che ruota intorno a dei centri aperti, o meglio spezzati, oppure a un passo da agganciarsi l’un l’altro. Rotazioni, sovrapposizioni, affiancamenti, interruzioni, incastri, in questi dipinti il movimento è illusorio e virtuale, immobile nel suo rispecchiamento e nella sua ricerca di perfezione. Le pitture si fanno specchio di se stesse, frammenti macroscopici di un continuum spaziale contenuto e tagliato nella e dalla dimensione della superficie ma anche ripetibile al di là di essa”.

La mostra resterà aperta fino a domenica 10 novembre.