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Asl, la Cassazione assolve tre ex dirigenti

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Asl, la Cassazione assolve tre ex dirigenti

Farano, Russo e Violante erano stati condannati in appello per alcune vicende legate ad un concorso interno dell’Asl. La Corte di Cassazione ribalta il verdetto. Ecco l’intervista all’avvocato Avallone, difensore di Violante

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Assolti in primo grado, poi condannati in Appello ed infine la Cassazione a ribaltare nuovamente la sentenza perché il fatto non sussiste. È questa la storia che vede coinvolti l’ex direttore dell’Asl Salerno 1 Giovanni Russo,  la dirigente responsabile dell’ufficio legale Asl Anna Maria Farano ed Enrico Violante.

I tre avevano cominciato questo calvario giudiziario in merito alla denuncia di tre legali dell’Asl esclusi, secondo la loro versione dei fatti, da un concorso interno per il conferimento di un incarico  all’ufficio di competenza, successivamente affidato ad un avvocato praticante esterno, facendo finire la vicenda sul tavolo della Procura.

Questa della Cassazione è un trionfo della giustizia. Il mio assistito (Violante n.d.r.)  –  dichiara l’Avvocato Michele Avallone –  è stato per anni un punto di riferimento dell’Asl di Cava prima e della Sanità in Campania in generale. Queste persone hanno forse cercato, attraverso questa attività speculativa, di migliorarsi“.

aslLa sentenza della Cassazione, nata dal ricorso per quanto riguarda Violante dello stesso Avvocato Avallone (nella foto a lato con il figlio), ha annullato la sentenza pronunciata nel novembre dai giudici della Corte d’Appello del tribunale di Salerno, che vide come risultato la condanna a quattro mesi di reclusione Anna Farano e Giovanni Russo e a 20 giorni il suo assistito Enrico Violante a suo tempo presidente della commissione giudicatrice interna.

Per quanto concerne il mio ricorso in Cassazione – afferma l’Avv. Avallone –  il mio assistito, essendo un grandissimo galantuomo, ha persino rinunciato alla prescrizione. Il dott. Violante dopo 46 anni di servizio nella pubblica amministrazione, non voleva andare via in pensione con questa macchia. La sentenza della Cassazione è stata una bella affermazione professionale, oltre che una bella affermazione della verità”.

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