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Alta Velocità in Cilento, associazioni insorgono per le troppe fermate

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Alta Velocità in Cilento, associazioni insorgono per le troppe fermate
Immagine da Pixabay

45 associazioni insorgono contro le troppe fermate del Treno Alta Velocità che passerà per il Cilento dalle prossime settimane

La questione Alta Velocità in Cilento inizia a scatenare delle polemiche intorno all’ambiente delle Ferrovie dello Stato. Ben 45 associazioni – tra enti, accademie, consorzi, pro loco ed onlus, la maggior parte calabresi – hanno presentato una lettera di protesta nei confronti di Trenitalia ed il Ministero dell’Interno.

Come riporta Info Cilento, al centro della polemica c’è la questione delle troppe fermate nel territorio salernitano previste nella tratta Torino-Reggio Calabria, ben tre di cui 2 una a distanza ravvicinata dall’altra (Vallo della Lucania e Agropoli Castellabate, 10 minuti). Inoltre, sabato scorso sono state aggiunte altre fermate per i Freccia Argento, ovvero Pisciotta – Palinuro e Capaccio – Roccadaspide. In più, sono state richieste fermate per l’Alta Velocità anche a Battipaglia, Paestum, Centola-Palinuro-Marina Di Camerota.

Pertanto le associazioni si sentono penalizzate da questa vicenda, in quanto nella tratta Sibari-Bolzano (e viceversa) del Freccia Argento è stata assegnata nel periodo estivo la sola fermata di Maratea.

Appare alquanto paradossale – si legge nella nota delle associazioni – per non dire ingiusto, che un treno finanziato con i soldi dei calabresi tralasci importanti e popolose zone della regione ma si fermi dopo pochi minuti dall’ultima fermata in una stazione che non solo non ha le caratteristiche infrastrutturali che non può contare neanche su un’utenza elevata“.

Poi si legge: “Il nostro modus operandi si è sempre contraddistinto per lo stile costruttivo e altamente collaborativo, le nostre proposte infatti non si sono basate su logiche campanilistiche ma su numeri e dati di fatto. Non è nostra intenzione creare guerre tra territori o alimentare polemiche ma adesso non possiamo più tacere!”.