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The Wolf of Wall Street: la commedia nera di Scorsese

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The Wolf of Wall Street: la commedia nera di Scorsese
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The Wolf of Wall Street2 di Martin Scorsese
The Wolf of Wall Street è candidato agli Oscar del prossimo Marzo per Miglior film, regia, attore (protagonista e non protagonista) e sceneggiatura non originale

La furiosa ascesa e la rovinosa caduta di un avido broker newyorchese, the wolf (il lupo) di Wall Street

Il nuovo film di Martin Scorsese è un continuo sfavillante baccanale. Il sesso, orge in alta quota comprese, insieme alle più svariate droghe – la cocaina su tutte – e al denaro, tanto denaro, è continuamente in primo piano. Come se null’altro, come di fatto è per i protagonisti, avesse senso.

Jordan Belfort (Leonardo Di Caprio) è un giovane ambizioso che giunge a Wall Street con tutta l’intenzione di fare soldi, perché “non c’è nobiltà nell’essere poveri”. Dopo un avvio sfortunato a causa del crollo della borsa nel famoso “lunedì nero” del 19 ottobre 1989, Belfort mette su una squadra di “giovani, affamati e stupidi”, la cui unica professione a figurare in curriculum è lo spaccio di droga. L’attività di Belfort e soci non è delle più lecite, con le loro operazioni finanziarie hanno l’unico scopo di accaparrarsi delle laute commissioni. L’operosità truffaldina produce presto i suoi effetti: i milioni di dollari si accumulano, la rivista “Forbes” scrive un articolo – non proprio lusinghiero, ma si sa: purché se ne parli! – intitolato “The Wolf of Wall Street”, e anche l’agenzia delle tasse e l’FBI iniziano a interessarsi alla stella nascente della finanza e alla sua società, la Stratton Oakmont. A questo punto inizia la caduta di Belfort, che si concretizza con una condanna a 3 anni di prigione. Scontata la pena, le straordinarie doti di motivatore, che hanno fatto la sua fortuna come broker, gli tornano utili nella sua nuova vita dove si ricicla come speaker alle conferenze per venditori.

La commedia nera di Martin Scorsese prende le mosse dall’autobiografia di Jordan Belfort (pubblicata in Italia dalla Bur), che fa una veloce apparizione nella scena finale. Il regista non mostra alcuna preoccupazione morale nel presentare la storia dell’ambizioso agente di borsa. Ne sembra invece affascinato, e non presta attenzione alle conseguenze delle truffe con cui il protagonista e i suoi compari sottraggono soldi a poveri diavoli e ricchi wasp. Il film per circa 3 ore trascina lo spettatore in un “festival dell’eccesso” e anche se accusa una certa ripetitività, rende bene l’eccitazione e l’esaltazione maniacali di un mondo in cui sono solo i soldi -necessari per spogliarelliste, droghe e festini in ufficio con nani volanti- a contare.

FOTO: https://www.facebook.com/TheWolfofWallStreetIT